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1976 – La 51a edizione dell’ISDT si corse nel cuore delle Alpi austriache, dal 20 al 25 settembre, con arrivi, partenze e Parco Chiuso a Zeltweg, all’interno del famoso circuito automobilistico.
Grazie alle ottime condizioni del tempo, ed in seguito ai numerosi divieti di transito imposti dai “verdi”, che cominciavano, proprio in quegli anni, a far sentire il peso della loro pregiudiziale avversità nei confronti dello sport del fuoristrada, il percorso non si rivelò particolarmente difficile.
Dei 340 piloti iscritti alla partenza, ben 273 tagliarono il traguardo, con un’altissima percentuale di medaglie d’oro, mentre il serrato confronto al vertice delle classifiche, fu interamente concentrato nelle Prove Speciali.
La globalizzazione, anche se timidamente, lanciava i suoi primi segnali facendo registrare l’insolita presenza del giapponese Toshi Nishiyama, in sella però ad un’europeissima KTM 250.
Dopo la pausa dell’anno precedente, si ripresentò la squadra MZ per il Trofeo con nuove moto, nuovi piloti ed una nuova livrea verde e argento.
I tedeschi dell’Est scontarono l’inesperienza ma fecero segnare un’ottima prestazione collettiva.
La lotta per il primato fu quindi circoscritta tra Italia, Germania Ovest e Cecoslovacchia, le cui temute Jawa si presentarono con i parafanghi Preston ed i pneumatici giapponesi Sun o Did.
La bandiera dell’Italia fu affidata al collaudato team Farioli ed alle sue KTM ufficiali, che già   avevano dominato il Campionato d’Europa.
Malgrado un Alessandro Gritti, strepitoso che in sella alla sua KTM 250 si classificò primo assoluto vincendo anche tutte le prove speciali in linea e surclassando la pur blasonata Jawa di Jiri Stodulka, le speranze italiane naufragarono già il primo giorno a causa dell’abbandono di Elia Andrioletti per noie a cambio, seguito a ruota, da Augusto Taiocchi, mentre il 2° giorno, per lo stesso problema, si dovette ritirare anche Emilio Capelli.

Per i primi tre giorni, Jawa e Zündapp si fronteggiarono quasi a pari merito, ma una brutta caduta di Masita il 4° giorno, mise fuori gioco anche i cecoslovacchi.
All’insegna del motto “Squadra che vince non si cambia”, le rosse Zündapp di Eberhard Weber, Peter Neumann, Josef Wolfgruber, Rolf Witthöft, Jürgen Grisse ed Eddy Hau (tre 100, due 125 e una 175), replicarono alla perfezione il copione dell’anno precedente, compresi i primi tre posti nell’ultima prova speciale di cross.
Il Trofeo fu appannaggio, per la seconda volta consecutiva, della Germania Ovest, seguiti da Cecoslovacchia e DDR, 4° Gran Bretagna, 5° Austria, 6° Polonia, 7° Belgio, 8° Canada, 9° Francia, 10° USA, 11° Olanda, 12° Svezia, 13° Svizzera, 14° Finlandia, 15° Italia (Elia Andrioletti, Emilio Capelli, Roberto Capelli, Mauro Miele, Alessandro Gritti, Augusto Taiocchi).
Come nel 1975 le SWM rappresentarono l’Italia nel Vaso d’Argento, ma pur raggiungendo il podio, mancarono la prima piazza ed il quartetto (Pietro Gagni, Gualtiero Brissoni, Pierluigi Rottigni e Pier Luigi Laureati) si dovette accontentare della terza piazza.
Nel Vaso d’Argento primeggiarono i cecoslovacchi Sedlicka, Kuchar, Cinelka e Toman, su Jawa, seguiti da Germania Occidentale e Italia, 4° USA, 5° Finlandia, 6° Germania est, 7° Belgio, 8° Austria, 9° Canada, 10° Svizzera, 11° Olanda, 12° Svezia, 13° Spagna, 14° Francia, 15° Inghilterra.
Alla fine la Zündapp si affermò in tre classi, la 50, con Erwin Schmider, la 100, con Josef  Wolfgruber e la 175, con Eduard Hau.
La KTM ne conquistò altre tre, la 125 con Harald Strossenreuther, la 250 con Alessandro Gritti e la 350 con Heino Büse.
La Simson vinse la casse 75 con Gerhald Haatz, la Jawa di Stanislaw Zloch vinse la classe 500, mentre nella classe oltre 500 si affermò Ladislav Gorgos, su Maico.
Anche in questa edizione non mancarono le polemiche sulla disinvoltura con cui le squadre ufficiali praticavano assistenze volanti e assolutamente vietate, come la sostituzione integrale dei pezzi rotti, senza che nessuna autorità ne potesse sanzionare il comportamento scorretto, ma vincente.


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