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1969 – Il rapidissimo progresso tecnologico che caratterizzò il 900, accelerò la sua corsa negli anni 50 e 60, toccando il proprio culmine alla fine di quel periodo, durante il quale il progresso si diffuse con una tale velocità da compiere, in un solo ventennio, i passaggi più importanti dell’intero tragitto.
L’anno topico fu appunto il 1969, durante il quale l’uomo conquistò la luna, fu inventato internet (Larry Roberts ARPAnet) ed ebbe luogo il concerto di Woodstock, che chiuse definitivamente il ciclo dell’abbondanza e aprì le porte al processo di cambiamento che, rumorosamente, era emerso durante quella famosa primavera parigina, solo un anno prima.
Non a caso, tutto accadde in USA, il paese che più di tutti ha segnato il 900.
Inconsapevolmente protagonisti di quegli anni epici, risultava difficile comprendere mentre le si viveva, la natura rivoluzionaria di quelle imprese, dal momento che la televisione era ancora in bianco e nero e negli uffici il massimo dell’automazione era rappresentato da una macchina da scrivere meccanica, ma la fantascienza era dietro l’angolo e raggiungerla fu più veloce di quanto si potesse immaginare.
Anche per lo sport del fuoristrada furono anni importanti e forieri di grandi cambiamenti, uno per tutti, il passaggio da sport estremo, riservato ad una ristretta elite di piloti, a sport di massa con una diffusione quasi capillare presso le generazioni più giovani.
Un evidente segno del cambiamento in atto, lo si poté cogliere già all’ISDT di Garmisch-Partenkirchen, giunta alla sua 44a edizione, che dal 15 al 20 settembre vide impegnati 325 piloti di 17 differenti nazioni.
Un successo senza precedenti, che anticipava la globalizzazione prossima ventura.
Dopo il timido tentativo di Claud Thomas e Marcel Seraut, che l’anno precedente avevano partecipato alla Sei Giorni di san Pellegrino in forma privata, per la prima volta fu presente anche la Francia con un’equipe di sei piloti, in sella ad altrettante Ossa 250, sotto l’egida della Federazione francese FFM, ma non ancora ammessi a gareggiare per il Trofeo non avendo moto di produzione nazionale.
Giovani ed inesperti, i sei alfieri francesi: Jean Louis Figureau, Bernard. Chauvière, Mario Liva, Alain Chaligne, Marcel Seurat e Claude Thomas, incapparono in numerose disavventure, ma alla fine, Thomas ottenne una medaglia di bronzo, titolo che mancava nel medagliere francese dal 1930.

Otto le squadre in lizza per il Trofeo, ma lo scontro al vertice fu ristretto fin dall’inizio a quattro contendenti, i padroni di casa, i tedeschi dell’Ovest, i cugini della Germania Est ed i cecoslovacchi.
Dopo due giornate in parità, tutto precipitò il terzo giorno, quando Heinz Brinkmann ruppe il cambio della sua Zündapp 50, e Jaroslav Briza ruppe il motore della sua Jawa 422.
Senza più rivali in grado di insidiarle, le MZ di Peter Uhlig, Werner Salevsky, Karlheinz Wagner, Klaus Teuchert, Klaus Halser e Fred Williamowski si trovarono con la strada spianata sino al traguardo, conquistando l’ambito titolo ancora una volta.
L’ennesima, perentoria, affermazione della DDR, fu dedicata alla memoria di Hans Weber, scomparso tragicamente nel corso della prova di Campionato d’Europa che si corse il 24 e 25 maggio a  Jilemnice in Cecoslovacchia.
Ricca e qualificata, la compagine italiana era presente con una Squadra Ufficiale Italia-Morini, composta da Edoardo Dossena, Pierluigi Rottigni, Giuseppe Signorelli e Fausto Vergani, impegnati nella classe 100, Giovanni Collina, Demetrio Bonini, Egidio Calligola, Carlo Paganessi ed Eugenio Saini impegnati nella 125, Aldo Passerini, Carlo Moscheni, Daniele Perere, Romualdo Consonni, Franco Dall’Ara, Francesco Foresti ed Alessandro Gritti schierati con le 175.
Oltre ai succitati, altri sette conduttori isolati: Sandro Dall’Ara (Morini 125), Giorgio Gabrieli (Gilera 175), Tullio Masserini (Lambretta Lui 75), Gianfranco Saini (Hercules 125), Gigi Caroli (Morini 125), Tiziano Cattaneo (Gilera 125) e Roberto Picozzi (Hercules 125).
Tutti insieme conquistarono 17 medaglie d’oro e 2 d’argento, ma mancarono i risultati di squadra.
L’equipe impegnata nel Trofeo, composta da Bonini, Collina, F. Dall'Ara, Dossena, Moscheni e Vergani, a causa della rottura del motore di quest’ultimo, non andò oltre il quinto posto, ed altrettanto fecero le due squadre impegnate nel Vaso d’Argento, Italia A (Foresti, Gritti, Rottigni, Signorelli) e Italia B (Consonni, Paganessi, Passerini, E. Saini), rispettivamente 5a e 6a.
Su 25 squadre in lizza per il Vaso d’Argento, prevalsero su tutti il piloti della Germania Ovest, Helmuth Beranek - Zündapp 125, Norbert Gabler - Puch 175, Hans Trinkner - Zündapp 75 e Rolf Witthöft su Puch 125.


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