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1975 – Per festeggiare la 50a edizione, l’International Six-Days Trial ritornò nella patria di origine, l’Inghilterra, ancora sull’sola di Man, dal 13 al 18 ottobre, con partenza alle 7,30 di ogni mattino.
17 nazioni presenti, con 11 rappresentative in lizza per il Trofeo e 13 per il Vaso d’Argento.
Il percorso, che tracciava tutte le strade ed i sentieri dell’isola, era inevitabilmente monotono, ma in caso di pioggia, evento usuale in ogni periodo dell’anno, si tramutava in difficile e selettivo.
L’ennesima modifica regolamentare, in merito al criterio di attribuzione delle penalità, assimilato a quello vigente nel Campionato Europeo, avrebbe dovuto rendere più equa l’attribuzione delle benemerenze, ma dei 307 partiti, solo 71 piloti ottennero la medaglia d’oro, 25 la medaglia d’argento, e 71 quella di bronzo, mentre tutti gli altri, 140, si dovettero ritirare.
La grande novità della stagione fu rappresentata da tre moto a motore rotativo Wankel messe in campo dalla Hercules-DKW, affidate per l’occasione al bresciano Ivan Saravesi, al tedesco Fritz Witzel ed all’americano Doug Wilford, ma già sperimentate con successo nei campionati in patria ed in Europa.
Iscritte come 294 cc dalla fabbrica nella classe 350, furono riclassificate d’ufficio come 588cc, e quindi assegnate alla classe più alta, come già stava accadendo per le auto da corsa.
Sempre nello stesso Team Hercules, due potentissimi 50 a sette marce furono affidati ad Heinz e Bernhard Brinkmann, un modello da 125cc, la n.151, fu affidato a Franco Gualdi, mentre altri due 175cc, da oltre 30 cv, furono affidati a Reinhard Christel e Gerard Bayer.
Questi ultimi insieme con Lorenz Müller ed Herbert Schek su Maico 500, formavano la squadra della Germania Ovest, in lizza per il Vaso d’Argento.
Curiosamente, la KTM di Tom Penton, ormai un veterano della ISDT, prese fuoco per una rottura del serbatoio a pochi km dalla partenza, ma la manifestazione fu negativamente segnata da un evento luttuoso.
In seguito ad una rovinosa caduta durante il primo giorno, il pilota americano Bren Moran, ingaggiato nella squadra del Canada, perse la vita.
Le quattro nazioni più potenti in quegli anni, le uniche che avevano gli uomini ed i mezzi per ambire alla vittoria erano la Cecoslovacchia, le due Germanie e l’Italia.

Dopo il ritiro della Gilera dalle competizioni, l’Italia poteva comunque contare sulle squadre ufficiali di KTM ed SWM, allora in grande spolvero, e quindi con piloti e moto di livello mondiale.
I grandi favoriti, i cecoslovacchi, uscirono subito di scena a causa di un rovinoso guasto alla catena di Masita, proprio in Prova Speciale.
I 20 minuti di penalità che ne derivarono cancellarono ogni speranza di vittoria.
La rappresentativa della DDR nemmeno si presentò, per una questione generazionale.
I vecchi piloti erano stati pensionati e le giovani promesse non erano ritenute all’altezza di competere per il Trofeo, ma solo per il Vaso d’Argento.
Tutta la settimana fu vivacizzata dallo scontro fra italiani e tedeschi e le fondate speranze di vittoria non andarono certo deluse per entrambe le nazioni.
L’Italia avrebbe potuto conquistare entrambi i trofei, ma già il primo giorno Gritti fu attardato da piccoli guasti meccanici, forse dovuti alla benzina, che gli costarono 5 penalità e che costrinsero l’intera squadra ad un’esaltante e frenetica rimonta.
Momenti di alta tensione furono vissuti quando Neumann saltò un controllo, ma per evitare lo spiacevole strascico dell’anno precedente, con 7 voti contrari e 8 favorevoli, fu riammesso dalla Giuria.
Superato questo scoglio il team della Germania Ovest, guidato da Erich Messner, non trovò altri ostacoli sulla sua strada e si aggiudicò il Trofeo in modo netto e perentorio.
Josef Wolfgruber, Eberhard Weber e Peter Neumann conquistarono i primi tre posti della classe 100, Rolf Witthöft e Jürgen Grisse arrivarono primo e secondo della125, mentre Eddy Hau arrivò 2° nella175.
Tre Zündapp occuparono anche i primi tre posti della prova di velocità dell’ultimo giorno marcando uomo a uomo gli avversari italiani e guidando, tutti, come piloti del TT.
L’Italia si difese con grinta e generosità e le KTM di Gugliemo Andreini, Elia Andrioletti, Emilio Capelli, Alessandro Gritti, Augusto Taiocchi ed Imerio Testori conclusero la prova al secondo posto, ampiamente meritato.
Terzi arrivarono i Cecoslovacchi, seguiti da 4° Olanda, 5° Polonia, 6° USA, 7° Austria, 8° Canada, 9° Svezia, 10° Inghilterra e 11° Francia.
Anche nel Vaso lo scontro al vertice avvenne fra Italia, Cecoslovacchia e Germania, ma la caduta di Reinhard Christel e l’esclusione di Petr Valek, per problemi regolamentari, il 4º giorno, favorì gli italiani, che coronarono le giustificate ambizioni di vittoria.
Gualtiero Brissoni, Pietro Gagni, Attilio Petrogalli, Pierluigi Rottigni e le loro ottime SWM prevalsero su tutti i concorrenti e conquistarono il Vaso d’Argento.
Alle loro spalle, si classificarono la Germania Federale, 3° Olanda, 4° USA, 5° Gran Bretagna, 6° Cecoslovacchia, 7° Svezia, 8° Irlanda, 9° Francia, 10° Belgio, 11° DDR, 12° Spagna, 13° Canada. Ormai tra i piloti l’uso dei motori a 4 tempi segnava il passo, a fronte dell’ormai netto strapotere dei 2 tempi e solo una manciata di 4T presero parte alla 50a Six-Days.


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