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1965 - Dopo le polemiche dell’anno precedente la Germania Est si ritenne, diplomaticamente, soddisfatta della vittoria e lasciò all’Inghilterra l’onore e l’onere di organizzare l’International Six-Days Trial, che si corse sull’Isola di Man dal 20 al 25 settembre.
Sotto un cielo plumbeo e carico di pioggia 299 piloti si sfidarono in questa difficile 40a edizione, lungo la quale furono falcidiati da un po’ di disorganizzazione e dal maltempo, tant’è che solo 82 tagliarono il traguardo di cui solo 19 ottennero la medaglie d’oro.
Otto equipaggi di sei piloti ciascuno in sella a moto di produzione nazionale si sfidarono per la conquista del Trofeo: Cecoslovacchia, Germania Est (DDR), Germania Ovest (BDR), Inghilterra, Unione Sovietica, Polonia, Spagna e Svezia.
L’Italia risultò assente, per la seconda volta consecutiva, ma questa volta per mancanza delle risorse necessarie ad allestire la squadra ed assistere piloti e meccanici impegnati in gara.
L’unico italiano presente fu Arnaldo Farioli su KTM.
Quattro invece i piloti francesi: Mouvet, Cavaillè e Dion in sella alle nuovissime Morini 150  Regolarità e Lecerf in sella ad una Motobecane D52 Trial.
Le Morini 150 Regolarità si presentarono sensibilmente modificate rispetto al loro esordio alla Valli Bergamasche del 1964 con rapporti differenti, un nuovo albero a camme che ne migliorava le prestazioni, la ruota anteriore da 21 pollici, con pneumatici da trial.
Il primo a ritirarsi fu Lecerf, ma anche il migliore non andò oltre il terzo giorno.
Tutti i pronostici della vigilia puntavano sul formidabile squadrone dei piloti della DDR e le loro imbattibili MZ, che anche al di fuori dei confini nazionali ribadì la sua indiscussa superiorità, bissando il trionfo del 1964.
Peter Uhlig, Hans Weber, Horst Lohr, Bernd Uhlmann, Werner Salevsky e Karlheinz Wagner garantirono alla Germania Orientale il primato nel Trofeo, tallonati al 2° posto, da Cecoslovacchia, con poi 3a Svezia, 4a Inghilterra, 5a BDR, 6a Polonia, 7a Unione Sovietica e infine 8a la Spagna.
Molto più ampio era invece il parterre dei piloti in lizza per il Vaso d’Argento, con 21 equipaggi di quattro piloti ciascuno, in sella a moto di produzione nazionale o straniera, in rappresentanza di Cecoslovacchia, Germania Ovest, Germania Est, Inghilterra, Olanda, Unione Sovietica, USA, Polonia, Spagna, Austria Belgio, Finlandia, Irlanda e Svezia, ma su tutti prevalsero i tedeschi dell’Est Günter Baumann, Klaus Teuchert, Horst Golz e Werner Stiegler su MZ.
Al secondo posto si piazzò la Germania Ovest - BDR A, seguita da 3a Cecoslovacchia A, 4a Svezia A, 5a Cecoslovacchia B, 6a Germania Orientale - DDR B, 7a Inghilterra B, 8a Germania Occidentale - BDR B.

1966 – Dopo la falcidia dell’Isola di Mann, la 41a edizione della Six-Days si corse in Svezia, a Villingsberg, dal 30 agosto al 4 settembre, l’organizzazione adottò un percorso più accessibile e meno selettivo, tant’è che dei 287 piloti partenti ben 207 tagliarono il traguardo.
149 le medaglie d’oro assegnate, 35 quelle d’argento e 23 di bronzo.
In lizza per il Trofeo solo 7 squadre di sei piloti ciascuna, con moto di produzione nazionale, impegnate in tre classi, ma di queste solo tre squadre arrivarono alla fine con tutti gli equipaggi al completo: DDR, Inghilterra e BDR.
A contendersi il titolo 18 ottimi piloti che sino all’ultimo furono separati da manciate di secondi delle prove speciali.
Tranne il tedesco occidentale Specht, attardato da momentanei problemi all’accensione il quarto giorno, arrivarono tutti a zero penalità.
La differenza la fecero ancora una volta le moderne due tempi tedesche che confermarono la Germania Orientale ai vertici delle classifiche mondiali.
Il team della DDR, tutto su MZ, che era composto da Peter Uhlig e Horst Lohr 175cc, Hans Weber MZ 250 e Werner Salevsky - 250, Karlheinz Wagner e Klaus Teuchert - 350 la spuntò sulle titolate Triumph e BSA degli inglesi, che arrivarono secondi, mentre alla Germania Ovest restò il terzo posto.
Ancor più affollato dell’anno precedente fu il Circus delle squadre il lizza per il Vaso d’Argento con 23 team alla partenza, ciascuno di 4 piloti in sella a moto nazionali o straniere.
La relativa facilità del percorso consentì a cinque squadre di arrivare a zero penalità, e la differenza la fecero ancora una volta le prove speciali.
La palma del successo toccò ai quattro piloti della Germania Occidentale – BDR B, Norbert Gabler - Hercules 50, Klaus Kämper - Zündapp 75, Dieter Kramer - Zündapp 125 ed Erwin Schmider - Zündapp 100 insidiati dai cugini dell’Est che sfiorarono l’ennesimo en plein, ma si dovettero accontentare della seconda piazza, seguiti da Finlandia B, Cecoslovacchia B e Inghilterra A.
Anche nel 1966, l’Italia disertò la Sei Giorni, principalmente a causa della perdurante miopia delle nostre case costruttrici, che non compresero l’importanza della manifestazione, un autentico ponte capace di proiettare le varie industrie sul nascente mercato mondiale.
Concentrate sul modesto mercato nazionale che le aveva viste nascere, prive di un confronto diretto  e di idee nuove, continuarono a produrre tecnologie ormai superate, snobbando i grandi appuntamenti ed i più formidabili veicoli pubblicitari, gli stessi che, nel giro di pochi anni, avrebbero pesantemente condizionato il destino di tutte le fabbriche di motociclette.
Gli unici due italiani presenti, a titolo personale, furono i bergamaschi Arnaldo Farioli su KTM 50 e Franco Dall’Ara su Morini 125, che conquistò la medaglia d'oro.
Anche in Svezia si presentò un discreto manipolo di piloti USA come Bud Ekins, John Penton, Dave Ekins, Leroy Winters, Jack Krizman, Charlie "Hockie" Hochderffer, Malcolm Smith ed anche in questa occasione la loro presenza è legata ad un curioso aneddoto.
L’intera squadra partì dall’America senza moto, perché avrebbe dovuto trovare direttamente in Svezia un set di Maico 350 e 500.
Le aspettative furono disattese e, pur di poter partecipare, gli americani affrontarono l’emergenza, rivolgendosi direttamente alle Case motociclistiche impegnate nell’ISDT.
Fu così che il Team Usa in lizza per il Vaso d’Argento, si presentò ai nastri di partenza con mezzi assolutamente all’altezza dell’impegno.
Bud Ekins e Jack Krizman ricevettero due muletti Husqvarna da 250 cc mentre Dave Ekins una Zündapp 125.  
Hockie Hochderffer, a cui venne affidata l’Hercules 125 Ufficiale, gareggiò con il numero 269 e ottenne la medaglia d'argento.
Tutti insieme si classificarono al 13° posto.


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