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PUCH (1903 – 1987)
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1970 – La scelta di fare una passo indietro nel mondo delle corse chiuse la fase esclusivamente “austriaca” e inaugurò una terza stagione durante la quale la Puch continuò a raccogliere allori per molti anni ancora, pur se con un nuovo baricentro, spostato nettamente in Italia.
Il 1970 e il 1971 si possono considerare due anni di transizione durante i quali, a fianco dei piloti austriaci assistiti direttamente dalla casa, venne progressivamente a costituirsi una nuova squadra ufficiale, formata prevalentemente da piloti e meccanici italiani, cui vennero affidate moto austriache che venivano direttamente dal reparto corse di Graz.

Il 1970 fu letteralmente dominato dalla Zündapp, e fu magro un po' per tutti.
Malgrado il disimpegno della casa madre non mancarono certo le soddisfazioni, anche perché, verso la fine del ‘69 le Puch vennero ufficialmente esportate anche in Italia.
Fautori dell’iniziativa i fratelli Luigi e Piero Frigerio, la cui officina di Treviglio, a pochi chilometri da Bergamo, divenne il nuovo quartier generale della casa austriaca.
Le tante novità non intaccarono quindi il livello di competitività delle moto austriache che rimase molto elevato e ricco di allori internazionali.
Il miglior risultato della stagione lo colsero alla Valli Bergamasche (28/29 giugno) con Heribert Dietrich 2° della classe 50, e Lorenz Müller 1° della classe 125, seguito da Marino Pedrali 5°.
La Sei Giorni spagnola di san Lorenzo Escorial (5/10 ottobre) evidenziò, viceversa, un’eccessiva fragilità del cambio che indusse i progettisti a ripensare l’intero progetto.
Delle 19 Puch partite infatti, solo quattro arrivarono al traguardo, due delle quali condotte da Tullio Masserini e Sergio Belussi.
Molti altri componenti della squadra, come gli italiani Colombo e Foresti, si dovettero ritirare a causa della rottura della crociera del cambio.

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