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PUCH (1903 – 1987)
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1952 – La fama delle Puch a cilindro sdoppiato si diffuse rapidamente e l’utilizzo di questi mezzi fu condiviso dai migliori piloti europei.
Alla sei Giorni austriaca di Bad Aussee l’olandese Martin Den Haan vinse la classe 250 proprio in sella ad una Puch 250 TFS, seguito a poca distanza dalla Puch dell’italiano Giovanni Bernardi, medaglia di bronzo.
1954 – Dopo una discreta serie di successi individuali, nel 1954, alla ISDT inglese di Llandrindod Wells, l’intera squadra colse una importantissima affermazione.
La nazionale olandese, Olanda B, composta da Martin Den Haan (Puch TF 250), Benny Jansema (Jawa 148) e Simon Schram (Maico 147), conquistò il Vaso d’Argento.
1956 – Due anni più tardi, alla Sei Giorni di Garmisch-Partenkirchen (17/22 settembre) le Puch MC 250 dei “Polder Boys” olandesi concessero il bis; la medesima nazionale di due anni prima fece suo, per la seconda volta, il Vaso d’Argento.

1960 – In occasione della ISDT di Bad Aussee (Austria 19/24 settembre) le Puch vennero scelte dalla Federazione Motociclistica Austriaca per rappresentare il paese; la Puch si dimostrò all’altezza del delicato compito e le sue potentissime moto, al culmine della loro parabola ascendente, si aggiudicarono il Trofeo
1961 – gli inizi degli anni 60 chiudono un ciclo, quello del motore a cilindro sdoppiato, ormai non più in grado di crescere come in passato, per passare ai monocilindrici convenzionali ed inaugurare una fase, ancora più ricca e feconda di quella testé chiusa.
I tanti progressi fatti suggerirono di accantonare il cilindro sdoppiato, che, non dimentichiamolo, aveva tanti pregi, ma anche lo svantaggio di avere tutto doppio, dai carburatori all’accensione, raddoppiando costi e probabilità di rotture.
In casa Puch preferirono concentrare tutto il proprio sapere su di un motore sempre a due tempi, ma monocilindrico, più semplice e con un maggiore potenziale di crescita.
La scelta si dimostrò molto valida e dopo tutta una serie di collaudi nelle competizioni austriache, attorno alla metà degli anni ’60 la Puch ritornò nuovamente a calcare la scena internazionale con una sua squadra ufficiale ed un parco macchine completamente rinnovato.

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