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PUCH (1903 – 1987)
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1966 – Il frutto di questo rinnovato impegno si tradusse in due ottimi risultati.
Il 50 GS del 64 venne ulteriormente migliorato; il raffreddamento ad aria fu sostituito da un bel gruppo termico in alluminio, ben alettato e discretamente potente, che poteva respirare a pieni polmoni, grazie ad una voluminosa cassa filtro.
Il cambio a sei marce e le forcelle Ceriani dell’ultima generazione la ponevano al vertice della sua categoria.
Per essere una moto regolarmente in catalogo, si trattava di quanto di meglio veniva prodotto al mondo in quegli anni.
Ad aumentare ulteriormente la sua immagine vincente, la Puch si schierò ufficialmente e partecipò alle competizioni più importanti con una sua squadra e delle “macchine” appositamente preparate, dal contenuto tecnologico ancora più avanzato.
La classe 50 rappresentò per tutti gli anni ’60 la frontiera più estrema, dove solo il meglio della produzione mondiale fu in grado di competere. La Puch fu l’unico marchio non tedesco ad avere un motore adeguato, per affidabilità e potenza, a scalare sia le classifiche che le più impervie mulattiere d’Europa.

In casa Puch si decise di partire proprio da questa classe per la quale venne studiato un nuovo telaio a doppia culla, molto curato in tutti i suoi particolari.
Poiché il cilindro era inclinato di 45°, al fine di garantire la miglior ventilazione possibile, l’intero motore venne montato quasi verticale.
Ne risultò una moto molto compatta e particolarmente grintosa, anche grazie ad un raro gruppo termico in alluminio fuso in terra, con la canna cromata ed una strabordante testa a ventaglio; questo microbolide raggiungeva l’eccezionale potenza di 8 cv, pur se a regimi molto alti e accessibili solo a piloti molto grintosi.
Un ottimo cambio a sei marce permetteva di sfruttare a pieno gli acuti del motore.
Sull’avantreno era concentrato il meglio in senso assoluto: le bellissime Ceriani “gran premio” da 28 mm a steli lunghi, un’ottima ruota da 21” ed un eccellente mozzo MZ a raggi dritti.
Confermato il colore rosso, i parafanghi cromati ed il caratteristico sellone rosso con alti bordi bianchi.

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