-
PUCH (1903 – 1987)
-
pagina
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14
page
1967 – Grazie all’eccellente esordio, il reparto corse venne ulteriormente sviluppato e anche la squadra venne rafforzata, ben organizzata, assistita professionalmente.
Il nuovo look, molto grintoso e accattivante, incentrato attorno al serbatoio rosso e cromato, sottolinea anche esteticamente, la rara bellezza di questi nuovi modelli, progettati esclusivamente per vincere; il tutto esaltato da pregiati gruppi di scoppio in alluminio fuso in terra con grandi teste a ventaglio, inizialmente prive di raccordi antivibranti.
Moderno anche il telaio a doppia culla avvitata con monotrave superiore scatolato e una bella triangolatura centrale che conteneva una grande scatola filtro.
L’avantreno, impreziosito delle ormai consuete Ceriani da 28 mm a steli lunghi e da nuovi mozzi in alluminio di fabbricazione Puch, era assistito da un lungo ammortizzatore di sterzo.
Sul posteriore, rifinito con un ampio carter paracatena in lamierino, vennero montati sia ammortizzatori Ceriani che Girling, a seconda delle prove o delle cilindrate.
Nel segno della continuità con il passato i parafanghi in acciaio cromato e l’interno giallo; quello anteriore era montato basso sulla ruota.
Quattro differenti motorizzazioni, da 50, 98, 125 e 166 cc, con basamenti e meccanica interna completamente rinnovata.

Per le tre versioni di cilindrata superiore fece la sua comparsa una nuova marmitta sdoppiata che non aveva eguali su scala mondiale.
L’esperimento fu sviluppato per l’intera stagione, ma non ebbe fortuna e i tecnici della Puch ritornarono rapidamente sui loro passi.
I motori austriaci si distinsero sempre per le potenze elevatissime, malauguratamente poco sfruttabili a causa dei pesanti vuoti ai bassi regimi.
Solo pochissimi piloti erano capaci di stare in sella “sempre aperti” e non tutti i percorsi si prestavano a guide così spericolate; le performance delle Puch si svilupparono quindi a fasi alterne, ma ricche di prestigiosi traguardi.
Il difetto di potenza ai bassi regimi emerse in particolare alla Valli Bergamasche dove la Puch si presentò al completo con una 50 - Stefan Pachernegg, un 100cc - Gianfranco Saini, due 125cc - Walter Leitgeb e Werner Wabnig ed una 170 - Johan Sommerauer.
Come sempre, la durezza del percorso non concesse niente a nessuno; dei 125 partiti, solo 67 tagliarono il traguardo.
La 50 dell’austriaco Stefan Pachernegg fu l’unica del gruppo ad arrivare al traguardo, classificandosi 32° assoluta.
Come l’anno precedente ebbero maggior fortuna alla Sei Giorni; a Zakopane (17/22 settembre) il team austriaco dimenticò rapidamente le difficoltà e si distinse nettamente vincendo addirittura in due classi, Heribert Dietrich, nella 50cc, e Walter Leitgeb, nella 175cc.

-
-
-
-
-
-
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14