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PUCH (1903 – 1987)
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Sono principalmente tre i modelli con cui la sua vasta clientela si presentava ai nastri di partenza, tutti dotati di un solido telaio in lamiera stampata e monoculla centrale tubolare, le cui caratteristiche principali si possono così riassumere:
250 cc, motore a due tempi, monocilindrico a due pistoni, alesaggio 2 x 45 mm e corsa 78 mm, per una cilindrata complessiva di 248,1 cc.
Rapporto di compressione 1:6,2, potenza 18,5 cv a 5.800 g/m.
Carburatore Puch P32/1, cambio a quattro rapporti.
175 cc, motore a due tempi, monocilindrico a due pistoni, alesaggio 2 x 42 mm e corsa 62 mm, per una cilindrata complessiva di 172 cc.
Rapporto di compressione 1:6,2, potenza 10 cv a 4.500 g/m.
Carburatore Fischer Amal 24 E 1 C, cambio a quattro rapporti.
125 cc, motore a due tempi, monocilindrico a due pistoni, alesaggio 2 x 38 mm e corsa 55 mm, per una cilindrata complessiva di 124,75 cc.
Rapporto di compressione 1:6,5, potenza 6,5 cv a 4800 g/m.
Cambio a tre rapporti.

I motori a cilindro sdoppiato si dimostrarono competitivi e vincenti, la Puch li utilizzò per tutti gli anni 50.
Partendo dai primi modelli con telaio semirigido e modesti molleggi meccanici, le moto si svilupparono rapidamente e già nel ‘53 venne introdotto il forcellone oscillante posteriore; contemporaneamente comparvero i primi telai interamente tubolari, sempre con la monoculla centrale, che meglio si adattava al doppio scarico.
Anche i motori vennero migliorati e costantemente potenziati.
1951 – Fecero sicuramente clamore le tre Puch 250 TFS, che si classificarono ai primi tre posti nella già famosa gara di durata parigina, la 24 ore denominata Bol d’Or; altrettanto accadde all’Alpenfahrt, dove la Puch, presente in tre classi con la 125 SL, la 150 TL e la 250 TFS, conquistò sei medaglie d’oro, nove d’argento e dieci di bronzo; sempre in questa occasione Johann Krammer si classificò primo nella classe 125.
Pochi mesi più tardi, alla Sei Giorni italiana di Varese, lottò sino all’ultimo per la conquista del Trofeo; lo vinse l’Inghilterra con pochissime penalità di differenza, ma la Puch colse una prestigiosa affermazione, classificandosi prima fra le Squadre d’Industria.
I suoi migliori piloti di quel periodo furono Franz Knapp, Johann Weingartmann, Johann Krammer, Pouroy, Bilek, Edi e Michael Platzer.

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