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PUCH (1903 – 1987)
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1974 – La 250 di Leitgeb ritornò quindi dall’america mestamente chiusa nel suo imballo, e quella di Dalton fu la sua ultima uscita pubblica, malgrado un motore quasi perfetto che erogava generosamente la sua infinita potenza già a bassi regimi.
Ormai in casa Puch si pensava solo a chiudere l’intero settore “moto” e l’uscita dal mondo delle competizioni fu talmente drastica che la 250 e la sua “scatola” vennero dimenticate in magazzino; ancora oggi, entrambe, fanno parte di una importante collezione italiana.
La stagione ’74 iniziò quindi all’insegna di una forte contrazione del settore agonistico, ma con ancora Gualdi numero uno del team, in sella a quanto di meglio il reparto corse di Graz era in grado di produrre.
Sulla sua 175 da 24 cv spiccano le forcelle anteriori Marzocchi con foderi in magnesio e gli ammortizzatori posteriori, sempre Marzocchi a gas.
Purtroppo solo a Gualdi e pochi altri vennero forniti mezzi preparati a Graz; il grosso dei piloti Puch utilizzarono moto di serie elaborate a vario titolo in Italia, belle, ma molto meno performanti delle moto ufficiali.
Il ’74 fu un anno molto combattuto, segnato dalla sfortuna, e la Puch faticò ad imporsi sulla scena internazionale.

Alla Valli (Bratto, 1/2 giugno) il team Puch mancò di poco il successo con Sergio Belussi e Bernardino Gualdi, rispettivamente 3° e 4° della classe 175, mentre Bruno Birbes arrivò 2° nella classe 250.
Alla Sei Giorni di Camerino (9/14 settembre), malgrado anche i due team della squadra belga in lizza per Vaso e Trofeo fossero equipaggiati con moto Puch da 125 e 175 cc, il miglior risultato lo colse, ancora una volta, Bernardino Gualdi, 11° nella classe 175.
La serie di risultati internazionali negativi fu però riscattata dal grande “Tino” Gualdi, in occasione del Campionato Italiano, dove si dimostrò ancora una volta il migliore, vincendo, per la terza volta consecutiva, la classe 175.
Per quanto riguarda la produzione di serie, procede la commercializzazione dei tre modelli presentati a Milano l’anno precedente, l’MC 125, MC 175 e 50 GS.
Telaio in acciaio cromo molibdeno color nero, serbatoio in nylon rosso (giallo per il 50cc), marmitta bassa e parafanghi bianchi Nonfango costituiscono gli elementi estetici principali e caratterizzanti.
Mentre la marmitta del 125 e del 175 ha un finale particolarmente lungo e sinuoso, il 50 è equipaggiato con una marmitta dritta tipo “bassotto”.
La zona “filtro” è protetta da una grembialina in vinilpelle su cui sono applicati i bolli gialli portanumero, uniformando l’estetica di tutte e tre le versioni. Grazie alle notevoli migliorie che le avvicinavano ai modelli vincenti, incontrarono sicuramente i favori del pubblico.

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