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PUCH (1903 – 1987)
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In effetti i fratelli Frigerio non subentrarono nel ciclo produttivo della casa austriaca, ma si sostituirono ad essa, ottenendo l’autorizzazione ad utilizzare il marchio.
La cosa in se rende onore naturalmente ai fratelli Frigerio, che ricevettero un autorevolissimo attestato di merito, ma proprio per questo motivo riteniamo che le Frigerio-Rotax prodotte in seguito a questo accordo, siano da considerare solo ed esclusivamente come un’opera dell’ingegno dei fratelli Frigerio e nulla hanno a che vedere, nel bene e nel male, con la restante produzione di Graz.
Nemmeno la più piccola componente delle nuove Frigerio-Rotax venne prodotta da o per conto della casa austriaca, il cui ciclo di medio alta cilindrata si interruppe definitivamente nel 1975.
Le Frigerio-Rotax rappresentano anche un gesto di coraggio in un momento in cui la regolarità stava attraversando un periodo nero, di forte recessione settoriale.
Progettate con cognizione di causa e allestite con grande attenzione, ottennero un discreto successo commerciale e la loro presenza sulla scena durò ancora parecchi anni, pur se nell’ambito di una parabola inesorabilmente discendente.
La storia della Puch continuò quindi con successo solo con il 50 ed il 75 per i quali mantenne ancora per alcuni anni la propria collaborazione ed il proprio sostegno.
Assistiti con grande professionalità dai fratelli Frigerio e portati in gara dai migliori piloti sulla piazza, queste piccole Puch raccolsero per ancora alcuni anni grandi successi e strabilianti vittorie.

1976 - Negli ultimi anni della sua vita la Puch concentrò la sua attenzione sulle cilindrate più piccole, proprio quelle dove non aveva mai colto vittorie particolarmente significative, inseguendo una sorta di riscossa prima della scena finale.
Questo importante impegno venne meritatamente premiato e la Puch scrisse le pagine più belle della sua storia, nelle classi cadette.
A seguito dei successi nella passata stagione, venne proposta al pubblico anche la nuova versione maggiorata a 75 cc (48mm x 39,7mm), con la canna riportata in ghisa a quattro travasi, pistone Elko a due fasce elicoidali e carburatore Bing da 26 mm, in grado di erogare 15,5 cv a 11.500 gm;
tutta la componentistica venne rivista in meglio a cominciare dalle Marzocchi Tfi piuma da 32mm con i foderi in magnesio e gli ammortizzatori posteriori a gas in posizione più inclinata.
Sensibile anche il cambio estetico con telaio e serbatoio rossi, marmitta nera che passa alta sotto il serbatoio; mozzi conici Grimeca, cerchi Akront.

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