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PUCH (1903 – 1987)
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La somiglianza con l’originale, pur con le solite e fondamentali differenze tra cui una marmitta più lunga e sinuosa, rese ancor più facile la sua trasformazione allungando l’infinita serie delle repliche.
Malgrado nessuna di queste copie abbia poi raggiunto alcun risultato sportivo particolarmente significativo (sostituite rapidamente sui campi di gara dalle nuove Frigerio-Rotax), sull’onda puramente emotiva generata dalle mirabolanti vittorie del prode Alessandro Gritti (detto Franco), ed enfatizzate da un altro grande del nostro mondo negli anni successivi (1973 e 1974), l’ottimo Tino Gualdi, l’ansia di compiere la metamorfosi si radicò a tal punto nell’animo degli appassionati che, ancora oggi, anno 2005, alcune ditte artigiane realizzano le varie parti, facilmente reperibili sui banchi dei mercatini, e, ancora oggi, c’è chi camuffa la propria Puch con sembianze solo apparentemente più appetibili.
La vicenda non è solo "singolare", pur con qualche smaccata analogia con la "Jawa di Stodulka", ma ha creato altresì un grosso squilibrio sul mercato poiché, a furia di "trasformare", è diventato estremamente difficile trovare le Puch vere, i modelli strettamente di serie.

Questi ultimi, solo se perfettamente conservati e con i documenti, sono diventati ormai rarissimi e le loro quotazioni, già oggi molto alte, sono destinate a crescere, man mano che verranno immesse sul mercato nuove, inutili (e anche un po’ stantie), repliche.
Forse è per questo motivo che quando vedo uno di questi fantasiosi accrocchi, luccicanti come solo una moto nuova può esserlo, non provo alcun interesse, ma mi ritornano alla mente quei patetici nonnetti che circolano per le strade di Memphis con le bianche chiome terrazzate e le giacche in pelle dalle frange abbbbominevoli, ogni volta che ricorre un anniversario dell’indimenticato re del rock.
Resta il fatto che il fenomeno non mostra segni di stanchezza, e nessuno può dire per quanto ancora andrà avanti questa attività.
E la Puch del Gritti ??
Quella vera, l’unica e inimitabile fatta di titanio, electron e magnesio che arrivava direttamente dall’Austria la vigilia di ogni gara per ritornare rapidamente sui suoi passi non appena tagliato il traguardo ??
Tranquilli, è in buone mani, anzi ottime direi:
ce l’ha il Gritti !! bravo Franco !!
un po’ come dire: "di 28 ce n’è uno, tutti gli altri ne han 31".




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