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PUCH (1903 – 1987)
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Dei bei soffietti in gomma nera proteggevano gli steli delle forcelle, mentre la grande scatola filtro alloggiata sotto la sella con relative fiancatine e i parafanghi (quello anteriore basso sulla ruota) erano tutti bianchi e in materiale plastico.
Nel medesimo materiale e colore fu realizzato anche il moderno portafaro che conteneva la tabella anteriore.
Sparisce la grembialina in vinilpelle; i bolli gialli portanumero vengono ricavati modellando le fiancatine della cassa filtro.
In occasione della Valli Bergamasche (Bratto 29/30 maggio) Gino Perego fu il migliore degli italiani e arrivò secondo nella combattutissima classe 50.
Per meglio sfruttare le doti del motore, nel corso della stagione, venne motato anche un cambio da cross con la prima lunga.
Anche la ISDT austriaca di Zeltweg (20/25 settembre) si concluse con due ottimi secondi posti:
Gino Perego nella classe 50 e Osvaldo Scaburri nella classe 75.
In linea con questi risultati anche il Campionato Europeo con Gino Perego 2° nella classe 50 cc ed Osvaldo Scaburri 4° nella classe 75.

Sulla scena di casa, lo scatenato Gino Perego conquistò per la seconda volta la classe 50 del Campionato Italiano, archiviando un’annata ricca di gloria che lo consacrò come il miglior pilota della sua categoria.
Il 1976 fu anche l’anno dell’esordio delle nuovissime Frigerio-Rotax F1.
Con l’enduro in costante evoluzione, le prove speciali rappresentavano sempre di più la nuova discriminante; in linea con questo trend, per tutte e tre le cilindrate inizialmente proposte, da 125, 175 e 250 cc, venne adottato un telaio che pur conservando la tradizionale doppia culla chiusa in tubi d’acciaio e il trave superiore scatolato, si ispirava a quello della Puch 250 vincitrice del titolo iridato Cross nel 1975.
Approvvigionandosi presso lo stesso fornitore di Ferrari ed MV Agusta, il tenore di carbonio e la percentuale di cromo presente nei tubi d’acciaio del telaio, ovviamente al cromo molibdeno, era ai vertici del settore.
Il suo peso complessivo, compreso il forcellone, era il più basso della categoria, solo 10 kg.
Forcelle teleidrauliche Ceriani sull’avantreno, mentre per gli ammortizzatori posteriori furono preferiti i Marzocchi a gas.

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