-
-
pagina
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14
page


Alle loro spalle arrivarono Germania Ovest e Cecoslovacchia, mentre al 4° posto si piazzò il secondo team italiano composto da Pietro Carissoni, Giuseppe Panarari, Gianfranco Spiga e Canzio Tosi.
I nove piloti italiani Franco Dall'Ara (Guzzi 175), Gianfranco Saini (Guzzi 235), Gianni Perini e Giuseppe Panarari (Capriolo 75), Jolao Strenghetto (Capriolo 75), Tullio Masserini ed Eugenio Saini (Gilera 98), Nino Tagli (Guzzi 175) e Pietro Carissoni (Gilera 235) conquistarono altrettante medaglie d’oro.
Per la prima volta scesero in campo delle moto da 50cc: cinque Kreidler, affidate a due piloti della Germania Ovest, O. Dittrich  e A. Lehner, che insieme con un terzo pilota svizzero, D. Steiner, formavano la Squadra d’Industria.
Una quarta Kreidler 50 fu affidata allo svizzero H. Haller, che insieme con Steiner formava il team svizzero in lizza per il Vaso d’Argento, ed una quinta moto fu affidata al tedesco  H. G. Anscheidt, anch’esso nella squadra tedesca BDR B in lizza per il Vaso.
Le Kreidler impegnate in gara derivavano strettamente da piccoli ciclomotori con il telaio in lamiera stampata, il motore a due tempi montato a sbalzo e raffreddato ad aria forzata, il cambio a 4 marce, 4 cv di potenza e le forcelle a bracci oscillanti con un’escursione di pochi centimetri.
Molto leggere e ben dimensionate, anche se semplicemente adattate alla bisogna, stupirono tutti per l’elevata qualità delle loro prestazioni.
Su 31 case costruttrici presenti la migliore risultò la Capriolo che ottenne il 1° posto nella classifica per Squadre d’Industria tallonata da MZ e Jawa. L’esordiente squadra della Kreidler si classificò al 4° posto.

1961 – Siamo arrivati alla 36a edizione della ISDT che si tenne in Inghilterra, a Llandrindod Wells, dal 2 al 7 di ottobre.
All’inizio della stagione furono introdotte importanti novità regolamentari.
Sino al 1960, infatti, si dava risalto solo al risultato delle varie squadre impegnate nel Trofeo e nel Vaso, mentre per i piloti non veniva stilata alcuna classifica ed i risultati individuali erano presi in considerazione solo in base al tipo di medaglia (oro, argento o bronzo) che ciascuno di essi conquistava.
Le moto erano raggruppate in base a quattro differenti medie orarie: sino a 100cc, 175cc, 250cc e oltre.
Per la prima volta nel 1961 fu introdotta un’analitica suddivisione in classi a partire dalla “piccola“ 50cc seguita da altre otto classi: sino a 75, 100, 125, 175, 250, 350, 500cc e oltre, più due classi sidecar sino a 250cc e sino a 350.
A ciascuna classe fu assegnata una differente media oraria, a partire da 35 km/h per le moto da 50  fino ai 48 km/h per la classe più elevata.
La manifestazione assunse, anno dopo anno, sempre più importanza e le iscrizioni arrivavano copiose da tutto il mondo; su 299 moto iscritte, se ne presentarono al via 271, così suddivise:
13 da 50cc, 5 da 75, 9 da 100, 24 da 125, 57 da 175, 118 da 250, 42 da 350 e 28 da 500cc.
Alla fine dei sei giorni di gara solo 185 piloti tagliarono il traguardo di cui 87 medaglie d’oro, 63 d’argento e 35 di bronzo.
Malgrado la tipologia dei percorsi si facesse sempre più difficile e impegnativa, anche in questa edizione si registrò la presenza di tre scooter W.F.M. OSA da 175cc e due Lambretta degli inglesi Smith e Kimber iscritti nella classe 125.
Nella classe 50 alle Kreidler dell’anno precedente si affiancarono le piccole Zündapp col telaio in lamiera del modello Combinette e le nuove Gritzner anch’esse col telaio in lamiera stampata equipaggiate con un motore Ilo dotato di un “riduttore” esterno che raddoppiava il numero dei rapporti.
Tre le donne iscritte alla partenza: le “veterane” inglesi Mary Driver e Jill Savage su Greeves 250 ed Olga Kevelos su Maico 175 ritiratasi per caduta e rottura della batteria il primo giorno.
La Jawa 350 di Sedina si presentò con una grossa novità: come sulle precedenti versioni “twin” presentava ancora due candele e due tubi di scarico, ma era dotata di un nuovo motore monocilindrico.
Le varie squadre italiane, equipaggiate con Moto Guzzi e Capriolo, ben figurarono per tutta la settimana, tant’è che Fausto Vergani in sella ad una Capriolo 100 risultò il miglior pilota in assoluto con zero penalità e 658,71 punti conquistati nelle varie prove speciali (su di un massimo di 660) ed il compagno di squadra Riccardo Bertotti, su Capriolo 75cc, ne ottenne 653,24 risultando 3° assoluto.
La compagine italiana era da anni ai vertici dell’enduro mondiale con moto e piloti di prim’ordine, ma l’estrema difficoltà della competizione non sempre permetteva il risultato migliore.
La squadra impegnata nel Trofeo, ad esempio, composta da Franco Dall’Ara Guzzi 175, Costanzo Daminelli Guzzi 250, Riccardo Bertotti Capriolo 75, Gianfranco Saini Guzzi 175, Jolao Strenghetto Capriolo 75, Nino Tagli Guzzi 250 con Team Manager Luigi Secchi, lottò sino all’ultimo per il primato, ma si dovette accontentare della seconda piazza alle spalle dei vincitori, i tedeschi occidentali, BDR, Günter Dotterweich Maico 250, Richard Heßler Zündapp 175, Lorenz Müller Hercules 175, Sebastian Nachmann BMW 600, Erwin Schmider NSU 300 e Lorenz Specht Zündapp 250, che conquistarono il Trofeo per pochi secondi di differenza ottenuti proprio nelle battute finali.
Nel Vaso d’Argento netta affermazione dell’equipaggio cecoslovacco B composto da F. Bouska Jawa 250, O. Hamrsmid, F. Hofer e V. Stepan su Jawa 350, Team Manager F. Mosna.
Il Team italiano formato da Luigi Gorini Capriolo 100, Eugenio Saini Guzzi 175, Fausto Vergani Capriolo 100 e Canzio Tosi Guzzi 250 si classificò al 5° posto.
Quattro le medaglie d’oro conquistate dagli italiani Franco Dall'Ara, Jolao Strenghetto, Eugenio e Gianfranco Saini e due medaglie d’argento: Pietro Carissoni e Nino Tagli.


-
-
-
-
-
-
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14