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1930 – Nel 1930 la Six-Days ritornò in Francia, a Grenoble, e la novità fu rappresentata dall’Italia, che, dopo il timido esordio dell’anno precedente, partecipò, per la prima volta, con tre squadre ufficiali, una impegnata nel Trofeo e le altre due nel Vaso d’Argento, cogliendo un risultato strepitoso.
Per la Squadra Gilera, in lizza per il Trofeo, si presentarono ai nastri di partenza Luigi “Luisin” Gilera, il fratello del patron Giuseppe, con sidecar, e passeggero Gino Zanchetta e poi Rosolino Grana e Miro Maffeis, che risultarono vincitori assoluti della manifestazione.
A proposito di sidecar, è bene ricordare che il “passeggero” non svolgeva un ruolo semplicemente passivo, ma era parte integrante dell’equipaggio, cui erano demandate funzioni importanti, di grande supporto ai fini del risultato finale.
Come minimo doveva essere un bravo meccanico, ma era anche in grado di assecondare il pilota sui terreni più difficili, aiutandolo in ogni modo.
Gino Zanchetta, ad esempio, che nella vita era un ufficiale dell’aeronautica, era anche un ottimo pilota e profondo conoscitore della meccanica.
Il Vaso d’Argento fu conquistato dai padroni di casa, i francesi A. Sourdot, R. Debaissieux e N. Coulon, immediatamente seguiti da un’altra Squadra di marca italiana, la MAS, acronimo di Motociclo Alberico Seiling, ingegnere milanese, che progettò e produsse queste ottime moto dal 1922 al 1960.
La squadra della MAS, composto da Silvestri, Bonatti e Boneschi, oltre a piazzarsi 2
a nella classifica generale, coronò la festa con Silvestri che conquistò anche la prima medaglia d’oro dell’Italia.
Il Gruppo Sportivo Ardea, composto da Vailati, Fieschi e Martelli, subì, invece, una sorte avversa: Vailati e Fieschi furono squalificati il 5° giorno per rifornimento irregolare, mentre Martelli fu costretto al ritiro per guasto meccanico.

1931 - Dopo la sorprendente vittoria della Gilera, l’Italia ottenne anche il diritto di ospitare la Sei Giorni Internazionale, che prese il via da Merano, il 30 agosto 1931.
Alla partenza si presentarono 88 concorrenti, fra i quali 31 italiani, 18 inglesi, 7 olandesi, 6 tedeschi, 2 cecoslovacchi, 2 francesi e 1 ungherese, suddivisi in due categorie, sino a 250cc ed oltre 250cc.
La squadra della Gilera, ancora composta da Luigi Gilera, con sidecar e un nuovo passeggero Meani, Rosolino Grana, e Miro Maffeis, si confermò ai vertici della classifica e si aggiudicò, per la seconda volta consecutiva, il Trofeo.
Alle sue spalle si piazzarono Germania, Inghilterra e Francia.
Il Vaso d’Argento fu appannaggio degli olandesi D.H. Eysink, G. Bakker-Schut ed A.P. van Hammersveld.

1932 – Gli anni ’30 rappresentano un periodo interlocutorio, tutto sommato povero di novità, tranne che sul piano tecnologico, settore nel quale il progresso si fece sempre più rapido.
Scorrendo le classifiche si nota la consueta superiorità inglese, insidiata dalla nuova potenza emergente, la Germania, i cui equipaggi divengono sempre più efficienti e competitivi, rispecchiando sul piano sportivo, quanto già stava accadendo sul piano economico e militare.
Nel 1932, l’ISDT prese nuovamente il via da Merano, ma stavolta furono gli inglesi a fare la parte del leone aggiudicarsi entrambe le coppe in palio, dopo un testa a testa al fulmicotone con l’Italia, che si concluse solo all’ultima prova dell’ultimo giorno.
Italia e Inghilterra furono, infatti, le uniche due nazioni che arrivarono alla fine del sesto giorno, a zero penalità ed in perfetta parità.
A conquistare il Trofeo ci pensarono Albert E. Perrigo, G.E. Rowley e N.P.O. Bradley, che la spuntarono proprio nell’ultima prova di velocità, specialità dove le moto inglesi potevano vantare una superiorità nettissima, mentre il Vaso d’Argento fu vinto da un altro terzetto inglese, G.W. Walker, Jack Williams e R. Mc Gregor.

1933 – La Six-Days ritornò quindi in Inghilterra, a Llandrindod Wells, ma questa volta furono le BMW che si dimostrarono imbattibili.
I tedeschi Ernst Henne, Josef Stelzer e Josef Mauermayer,  con sidecar e il passeggero Ludwig Kraus, conquistarono il Trofeo, mentre i tre piloti inglesi V.N. Brittain, Jack Williams e G.F. Povey, si consolarono con il Vaso d’Argento.
Solo due i piloti italiani classificati: Boneschi medaglia d’oro e Picozzi, su MAS, medaglia d’argento.



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