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1904 – Per ovviare alla mancanza di regole, prese vita a Parigi, in una sala del ristorante Ledoyen, il 21 dicembre 1904, la prima forma di Federazione Motociclistica sovrannazionale, sotto la denominazione di Fédération Internationale des Clubs Motocyclistes – FICM, che solo molti anni più tardi, assunse la denominazione definitiva di FMI Federazione Motociclistica Internazionale.
Il 25 settembre dello stesso anno il Moto Club di Francia organizzò a Dourdan, a sud-est di Parigi, una competizione denominata Coupe Internationale, sulla distanza di 54 km, da ripetersi cinque volte, cui parteciparono piloti inglesi, francesi, danesi, tedeschi, ed austriaci–ungheresi (allora uniti sotto le stesse insegne dell’impero), suddivisi in squadre di tre piloti ciascuna.
Ancora non esistevano le tabelle portanumero e, per identificare i vari piloti, furono utilizzate delle fasce numerate da mettere al braccio.
La corsa fu vinta dal francese De Master su Griffon, ma poiché le regole adottate non trovarono la medesima interpretazione, le polemiche che ne seguirono, minarono l’operatività della neonata Federazione, che imbrigliata da rivalità e incomprensioni, restò inattiva per diversi anni, col rischio, addirittura, di essere sciolta.

1905 – Mentre sui circuiti, cittadini e non, si praticava la velocità pura, nelle gare di durata su strada, con tappe che superavano i 200 chilometri, prese piede la Regolarità, e cioè, la capacità di rispettare delle medie orarie imposte in via preventiva.
I percorsi erano normalmente accidentati e polverosi, per non parlare delle strade sterrate che scalavano i passi alpini, che si trasformavano, a volte, in sentieri malmessi e pieni di insidie.
In caso di maltempo, le difficoltà potevano aumentare anche a dismisura.
Questo tipo di competizioni, caratterizzate da una severa selezione di uomini e mezzi e dalla quotidianità dei percorsi, riscosse anche l’interesse delle gerarchie militari che, immediatamente, schierarono ai nastri di partenza i propri equipaggi migliori, al fine di testare sul campo le loro effettive capacità.

1906 – Nascono in quegli anni competizioni leggendarie come la Targa Florio, creata da Vincenzo Florio, che si disputò 61 volte, praticamente senza soluzione di continuità (se si eccettuano gli anni delle due guerre mondiali), dal 1906 al 1977.

1907 – Le iniziative si susseguivano freneticamente e, l’anno successivo, fu la volta del Tourist Trophy, sull’isola di Man, che anch’esso si svolge ininterrottamente, a primavera di ogni anno, sin dal 1907, con la scontata eccezione delle due guerre mondiali.
In Italia divenne subito famosa la 1000 Km di Brescia, quattro tappe giornaliere di circa 250 chilometri l’una, che partendo da Milano raggiungevano La Spezia, Firenze, Padova e Brescia
Alla sua prima edizione si iscrissero 57 piloti, ma solo 20 tagliarono il traguardo.
Il crescente successo delle competizioni ed il progressivo espandersi dell’uso della motocicletta riportarono alla ribalta un vecchio problema, e cioè, la necessità di regolamentare le competizioni ed avere un unico punto di riferimento, in grado di rendere omogenee le associazioni di tutta Europa.

1912 – Alcuni anni più tardi, il 28 novembre 1912, la Federazione Britannica (ACU) convocò una riunione presso l'Olympia di Londra, cui parteciparono i delegati del Belgio, Danimarca, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Olanda e Italia.
In quella sede, la FICM risorse a nuova vita, e due settimane più tardi nel corso di un Congresso convocato a Parigi, cui si aggiunsero Germania, Austria e Svizzera, i delegati delle varie nazioni, considerati i fondatori ufficiali della Federazione Internazionale, elessero i loro massimi rappresentanti.
Il marchese de Mouzilly St-Mars, fu eletto Segretario, mentre l’inglese Sir Arthur Stanley M.P. fu eletto Presidente.
Non c’è quindi da stupirsi se la Sei Giorni sia nata in Inghilterra, ma è sicuramente curioso il fatto che la sua prima edizione sia stata organizzata in seguito ad un piccolo “bisticcio” con la FMI.
La più importante associazione motociclistica inglese, che raggruppava i costruttori ed i commercianti di motociclette, la British Cycle & Motor Cycle Manufacturers & Traders Union Ltd., decise di donare alla testé rinata Federazione Motociclistica Internazionale, una preziosa Coppa in argento, nella speranza che la FICM organizzasse un evento degno di tale premio.
La FICM, forse proprio a causa della sua giovane età, non si sentì all’altezza di un così gravoso compito, ed anziché trattenere presso di sé la coppa, la restituì con l’invito di metterla direttamente in palio, in occasione di una gara motociclistica.
Sollecitati da questa inaspettata richiesta, gli inglesi pensarono ad una gara spettacolare, in grado di migliorare l’immagine e la diffusione della motocicletta, che ancora molti guardavano con sospetto.
L’idea prevalente fu quella di creare un evento capace di dimostrare la grande affidabilità e versatilità della motocicletta, e le sue eccezionali possibilità di impiego.
Cosa si poteva pensare di meglio, se non una prova della durata di sei giorni, molto selettiva, con  percorsi accidentati di circa 300 km al giorno?
Al fine di dare maggior risonanza all’evento, la competizione fu elevata al rango internazionale, grazie alla partecipazione di piloti provenienti da più parti del mondo, ed espressamente invitati  a questo scopo.
Alla fine, questi ultimi furono solo quattro, tre gentleman driver francesi ed un americano, che accettarono di buon grado l’invito, e si presentarono ai nastri di partenza.


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