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1957 - A cavallo tra il 1956 ed il 1957, il mondo fu scosso da due gravi crisi internazionali e si trovò nuovamente sull’orlo dell’ennesimo conflitto mondiale.

La rivolta ungherese cui fece seguito la dura repressione delle truppe dell’Unione Sovietica, che la notte del 4 novembre 1956 invasero la nazione “ribelle”’ con numerose divisioni appoggiate da artiglieria e aeronautica, lasciò sul terreno migliaia di morti.
Non meno grave fu lo scontro fra Egitto, da un lato, Francia e Inghilterra, dall’altro, per la sovranità del Canale di Suez.
Entrambi i conflitti non furono semplicemente militari, ma anche ideologici, e gli eventi sportivi si trasformarono in un’importante occasione di incontro e di dialogo, riallacciando rapporti altrimenti irrimediabilmente spenti.
La 32a edizione dell’ISDT che ebbe sede a Spindleruv Mlýn, in Cecoslovacchia, dal 15 al 20 settembre, svolse anche questa importante funzione e registrò l’ennesimo successo, con 246 piloti iscritti alla partenza.
A distanza di 10 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, la Germania occidentale lasciava alle spalle il doloroso capitolo della ricostruzione e dava prova di essere sulla buona strada per riconquistare quel primato tecnologico che l’aveva contraddistinta per interi decenni.
Lorenz Specht, Richard Heßler e Gernot Leistner su Zündapp, in squadra con Walter Aukthun, Klaus Kämper e Volker von Zitzewitz, su Maico, presero la testa della classifica sin dalle prime battute e sconfissero i cecoslovacchi, aggiudicandosi il Trofeo.
I padroni di casa, benché ampiamente favoriti da un percorso durissimo ed altamente selettivo, si dovettero accontentare della piazza d’onore, seguiti, al terzo posto, dagli italiani Dario Basso, Pietro Carissoni, Luciano Dall'Ara, Franco Dall'Ara, Flavio Montesi e Gianfranco Saini, anch’essi in continua crescita.
Il Team Cecoslovacchia A, composto da Vladimir Stepen, Oldrich Hamrsmid, Antonin Matejka e  Karel Buchnar si aggiudicò il Vaso d’Argento.

1958 - L’anno seguente però i cecoslovacchi si presero una bella rivincita, proprio in casa tedesca.
Dal 22 al 27 settembre, in occasione della Six-Days di Garmisch-Partenkirchen il Team composto da Bohuslav Roucka CZ 125, Jaroslav Pudil CZ 175, Zdenek Polanka CZ 175, Sasa Klimt Jawa 248, Antonin Matejka Jawa 248 e Vladimir Sedina Jawa 344, si impose nel Trofeo, dopo un confronto molto acceso con il Team italiano, tutto sulle Gilera, composto da Gian Franco Saini e Luciano Dall'Ara - 125cc, Costanzo Daminelli e Domenico Fenocchio - 175, Pietro Carissoni e Franco Dall'Ara sulle 250.
Italia e Cecoslovacchia furono le uniche due squadre che arrivarono alla fine dei sei giorni a zero penalità ma divise da una manciata di secondi, conquistati a fatica nelle prove speciali.
Al terzo posto arrivò la Germania Est ed i tedeschi occidentali si piazzarono solo quarti, malgrado un grande dispiego di mezzi e l’alto livello organizzativo generale.
L’accoglienza per uomini e mezzi al seguito si dimostrò ottima: ad esempio, fu offerta la possibilità di acquistare pneumatici da gara ad un terzo del prezzo normale di vendita, a tutti i piloti.
Anche la benzina veniva distribuita a prezzo scontato, mentre le forniture d’olio erano gratuite.
Fra le marche di pneumatici più ambite si potevano notare le tedesche Metzeler e Continental, la cecoslovacca Barum, l’inglese Dunlop e l’austriaca Semperit.
Non tutte le moto erano equipaggiate con gli pneumatici artigliati da cross; numerosi esemplari, come l’ampia gamma di moto inglesi Ariel, BSA, Greeves, Matchless, Triumph o Royal Enfield utilizzavano, sull’anteriore, pneumatici da trial.
257 piloti iscritti, fra cui 60 tedeschi occidentali, 35 inglesi, 20 cecoslovacchi, 15 italiani, 14 polacchi, 12 svedesi, 11 tedeschi orientali, 10 austriaci, 9 olandesi, 9 spagnoli, 7 svizzeri, 4 belgi e 3 ungheresi, ma solo 214 partenti, a causa della rinuncia di 19 russi e 13 romeni, per motivi imprecisati.
Fra le moto prevalevano i modelli a 4 tempi, principalmente italiani, tedeschi e inglesi, ad eccezione delle Greeves a due tempi da 200cc, con termiche speciali in alluminio fuso in terra,  di produzione Mahle (tedesche).
Il quinto giorno Eugenio Saini forò per due volte consecutive durante un tratto molto difficile, e riportò un punto di penalità, ma durante la notte il conte Giuseppe Lurani, che guidava la compagine italiana, convocò una riunione speciale della Giuria e riuscì a invalidare il controllo e con esso il punto di penalità, ma non fu sufficiente a sconfiggere i cecoslovacchi, che furono i trionfatori della manifestazione e conquistarono anche il Vaso d’Argento grazie all’equipaggio Cecoslovacchia B, tutti su CZ (F. Darebny e A. Roucka con i 125, A. Zemen e S. Staska con i 175), che completarono anch’essi la Six-Days a 0 penalità.
Malgrado le 12 medaglie d’oro degli italiani, quasi tutti su Gilera: con i 125 Gianfranco Saini e Luciano Dall'Ara, con i 175 Franco Dall'Ara, Domenico Fenocchio, Fausto Vergani, Dante Mattioli, Tullio Masserini, Luigi Gorini e Costanzo Daminelli, con il 185 Pietro Carissoni e anche Jolao Strenghetto (Capriolo 75) e Carlo Moscheni (Capriolo 125), la prestazione delle nostre due squadre nel Vaso d’Argento fu abbastanza deludente.
Italia B (Crippa, Vergani, Moscheni e Masserini) e Italia A (Cremaschini, Gorini, Mattioli e Vanoncini) si classificarono solo al 12° e 16° posto, principalmente a causa di due ritiri, Crippa e Vanoncini, quest’ultimo per la rottura del motore della sua Parilla, dopo un chilometro dalla partenza.


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