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1971 – Nel 1971, per la prima volta i russi vennero anche in Italia.
In occasione della Valli Bergamasche (Lovere 1/2 giugno), la presenza di piloti sovieici fu incredibilmente ricca.
Ben 13 piloti schierati ai nastri di partenza, con due IZh 359 (Klyavinsh e G. Shulik) , quattro IZh 349 (A. Dezhinov, E. Ramonas, Falaleev e S. Tchirzev), due IZh 249 (Komlik e Z. Gioev), due K 246 (Kulikov e N. Kobelev), due K 175 (J. Varabin e V. Volkov).
Per la prima volta in assoluto al seguito delle ormai note IHZ e K, fece il suo debutto una strana, ma accattivante due tempi da 75cc, denominata con l’ennesima sigla misteriosa, P-75.
Due esemplari, affidati ai piloti Berzinshn e Zhdanov, non ebbero grande fortuna.
Per spostare questo nutrito drappello di uomini e mezzi, i russi misero in campo anche un gigantesco autotreno militare, che al pari della corriera che ospitava i piloti ed il loro seguito, facevano immediatamente pensare alle sconfinate steppe russe.
Anche in questo caso le Kovrovsky si dimostrano i mezzi più all’avanguardia, mentre le IZh, più legate alla tradizione, pur se entrambe erano equipaggiate con la doppia accensione ed il  carburatore Jikov a vaschetta centrale, quest’ultimo di produzione cecoslovacca.
Le Kovrovsky si presentarono con un telaio a doppia culla modernissimo, nelle due cilindrate 175 e 250, ruote Jawa, ivi compresa la classica copertura ermetica della catena sul posteriore.
A parte la P 75, letteralmente disintegrate sul percorso, la compagine russa mostrò una buona tenuta complessiva, con nove piloti che completarono la prova, pur se in posiszioni molto arretrate.
A difesa dei piloti e delle loro moto, va detto però che il grosso delle penalità fu collezionato in occasione delle prove fonometriche.
Nella classe 175, Volcov si piazzò 13° e Varabin 23°.
Nella classe 250, Gioev arrivò 9° e Kobelev 12°. Nella classe 350 Dezhinov si piazzò 4°, Ramonas 5°, Tchirzev 6° e Tsashipov 7°.
Shulik arrivò 7° nella classe oltre 350.

1972 – La rappresentativa russa si ripresentò l’anno successivo alla Sei Giorni cecoslovacca di Spindleruv Mlyn (l1/16 settembre).
Un percorso duro e selettivo (dei 374 partenti, 186 furono costretti al ritiro), che i piloti russi affrontarono con determinazione, pur se in sella alle moto dell’anno precdente.
Alla fine l’Unione Sovietica si piazzò 4° nel Trofeo, alle spalle della Cecoslovacchia, DDR e Italia, confermando una prestazione eccellente dell’intera industria meccanica dell’est.
Gli unici in grado di tentare di insidiare il loro primato furono gli uomini della KTM (Andrioletti, Capelli, Farioli, Ferrari, Foresti, Rinaldi), che si presentò con 40 moto ufficiali.
Nel Vaso il risultato fu più modesto, ma pur sempre soddisfaciente: i russi si piazzarono 7°, alle spalle di Cecoslovacchia A e B, DDR B, Svezia B, Germania A e Italia B.


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