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Analisi Comparata di due grandi rivali:

Hercules 75 cc, anno 1967 contro Simson 75 cc, anno 1968.

Quando alla fine della seconda guerra mondiale la Germania fu smembrata in due distinte nazioni, anche il destino della già affermata tradizione motociclistica tedesca subì la medesima sorte dando origine a due gruppi industriali che replicarono nelle competizioni l’antagonismo che distinse in politica ed in economia i due grandi blocchi che si erano venuti a creare:

la BDR (Repubblica Federale Tedesca) all’Ovest, e la DDR (Repubblica Democratica Tedesca) all’Est.
In queste pagine proponia
mo l’analisi comparata di due reginette d’un tempo, che dopo infinite vicissitudini si sono ritrovate una in parte all’altra, a distanza di oltre trent’anni dai giorni della “grande sfida”: l'Hercules K 75 GS del 1967 e la Simson 75 GS del 1968, diretta discendente delle vincitrici del Vaso d’Argento alla ISDT del ’64.
Anche se fra le due moto in esame c’è un anno di differenza il raffronto è tuttavia possibile in quanto entrambe rappresentano la massima espressione evolutiva del medesimo progetto iniziale.
Solo con la fine degli anni 60 entrambe le marche optarono per dei progetti radicalmente innovativi, adottando telai a doppia culla e motori di nuova concezione, ma sino a quella data in entrambi i reparti corsa si lavorò attorno alle medesime basi di partenza.

Il progetto costruttivo si fonda su di un telaio estremamente simile: il classico monotrave centrale con motore a sbalzo, comune peraltro alla quasi totalità delle moto prodotte in quegli anni nelle due Nazioni tedesche, Maico, MZ e Zündapp comprese.
Il particolare telaio realizzato ex novo dalla Hercules per la stagione 1967, è stato in realtà il canto del cigno dato che dopo l'ISDT di Zakopane venne chiuso il Reparto Corse.
Il confronto evidenzia immediatamente alcuni particolari che le caratterizzano e che già rispecchiano differenti concezioni costruttive.
Nei diametri dei tubi che si nota la prima ed evidente differenza.
Mentre in casa Simson si utilizzarono materiali strettamente dimensionati alle sollecitazioni che si prevedeva dovessero sopportare, privilegiando la leggerezza senza peraltro compromettere la solidità, il telaio adottato in casa Hercules è sicuramente più pesante e robusto.
Una seconda differenza è rappresentata dall’innesto della pipa di sterzo sul telaio, convenzionale sull’Hercules e particolare sulla Simson.
Quest’ultima, infatti, anziché connettere le due parti lateralmente, come sulla quasi totalità delle moto in produzione, preferì forare il monotrave del telaio e attraversarlo con la pipa di sterzo, bloccandola in alto con un doppio fazzoletto triangolare.
È interessante notare che la scelta è puramente progettuale e non è condizionata da particolari tecniche costruttive; l’Hercules aveva costruito la scatola di aspirazione intono alla parte posteriore del monotrave del telaio, che perdeva la parte curva finale proprio a vantaggio dell'ampia scatola di aspirazione che acquisiva una funzione strutturale. Il filtro poi era sistemato più in alto possibile, addirittura all'interno della sella. Una paratia fissata alla sella stessa, faceva da coperchio al filtro.
Viceversa la Simson, in quel punto, preferì aggirare il telaio e mettere in comunicazione il carburatore con la scatola filtro per mezzo di un soffietto in gomma.


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