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1969 - Nel 1969, in seguito all’istituzione del Campionato Europeo di Regolarità, la Valli Bergamasche, ridotta a soli due giorni, divenne una delle sue prove:
dopo un primo giorno di gara durissimo sotto la pioggia battente, 6 piloti della MZ e due della Simson erano ancora in lizza per conquistare la medaglia d’oro e la rispettiva vittoria di classe.
Purtroppo il mancato riconoscimento ufficiale da parte dell’Italia della DDR crea un problema diplomatico non indifferente e, improvvisamente arriva un ordine dall’alto.
Tutti e tredici i piloti della DDR vengono ritirati dalla corsa rinunciando a delle sicure vittorie.
Lo squadrone della DDR si rifece subito dopo, in occasione della 44° edizione della ISDT di Garmisch-Partenkirchen (15/20 settembre 1969) dove l’MZ si aggiudica il Trofeo Internazionale, mentre la squadra in lizza per il Trofeo presentata dalla Simson, composta da Ewald Schneidewind, Manfred Stein, Lothar Schünemann, Dieter Salevsky, Rolf Uhlig e Gerhard Haatz, tutti in sella alle ormai mitiche 75 cc, conquistò sei medaglie d’oro.
Un settimo modello, da 50 cc, affidato a Rudolf Jenak, si dovette ritirare.

1970 - Nel 1970 si volta pagina e nasce la seconda serie: con un leggero ritardo rispetto alla concorrenza, il vecchio telaio, il classico monotrave centrale con motore a sbalzo, fu sostituito da un moderno telaio a doppia culla in tubi d'acciaio, ed anche i motori furono completamente rinnovati.
Il passaggio fu graduale e cominciò dal nuovo modello da 100 cc per coinvolgere, nel corso della stagione anche le cilindrate inferiori.
Le potenze dichiarate erano notevoli: 9 cv per il 50, 12 cv per il 75 e 16,5 cv per il 100 cc.
Su quest’ultimo, interamente riprogettato ex novo, fu introdotta, per la prima volta l’aspirazione a disco rotante, ed il cambio a sei marce, sviluppato in gran segreto nel corso del 1969, sfruttando tecnologie già ampiamente collaudate in pista.
Un progetto molto raffinato che si fondava su diverse soluzioni innovative.
Il condotto di aspirazione ed il carburatore erano ben protetti all’interno dei carter grazie alle alette di raffreddamento del cilindro sagomate in modo scalare; il basamento era diviso in due distinti blocchi separati perfettamente congiunti tra loro da sei prigionieri orizzontali.
Nel primo blocco era contenuta la biella ed il meccanismo che regola l’aspirazione laterale a “disco rotante”, nel secondo la frizione ed il cambio.
Grazie a quest’ultimo accorgimento diveniva più facile sostituire i rapporti per adattarli rapidamente al tipo di percorso da affrontare.


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