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Sino al 1960 nessuno era stato in grado di schierare al nastro di partenza una moto da 50cc sufficientemente potente, tant’è che i mezzi da fuoristrada di cilindrata più bassa venivano proposti all’ovest come l’Hercules K 101 GS, il Capriolo 75 o la Laverda 98.
Ad Est si preoccuparono immediatamente di dare una risposta valida, capace di contrastare l’industria motociclistica avversaria.
Siamo in piena guerra fredda, la sfida è carica di valori simbolici enormi; i due blocchi sono impegnati a contendersi primati in tutti i settori e il concetto di “avversario” spesso si confonde con quello del “nemico”.
La classe 50 cc fu istituita solo a partire dal 1962, ma già prima della sua istituzione, se ne cominciò a parlare in gran segreto nei reparti corse dei marchi tecnologicamente più avanzati.
Lo sputnik che portò il primo uomo nello spazio, la messe di medaglie d’oro alle Olimpiadi e le temutissime armi atomiche garantivano al blocco sovietico un’immagine forte e rispettata, ma per vincere la sfida nel settore strategico della motorizzazione di massa, la DDR era l’unica in grado di schierare a fianco di ingegneri di primissimo ordine, maestranze qualificate e capaci.
Benché si trattasse di un primato mondiale, piccolo fu il palcoscenico in cui si svolse il confronto e solo tre furono i marchi che si diedero battaglia per conquistare la leadership.

La grande sfida la giocarono in casa i tedeschi di Hercules, Zündapp e Simson, solo debolmente insidiati dalle sorprendenti cugine della Kreidler o dalle pittoresche Gritzner.
Tutti e tre svilupparono in modo autonomo e costantemente innovativo lo stesso identico progetto iniziale, sino a demolire, anno dopo anno, l’industria motociclistica italiana inutilmente impegnata a sviluppare vecchi schemi a quattro tempi.Lo scontro si disputò ai massimi livelli; vittorie e sconfitte furono equamente divise con il formidabile ed efficientissimo schieramento dell'ovest.
La Simson fu sicuramente penalizzata dall'isterica mentalità militare che presiedeva alla sua partecipazione alle competizioni internazionali e che mai le garantì l'attenzione e la poderosa pianificazione di cui godevano, viceversa, le sue avversarie.
Rincorse e spesso anticipò le due grandi rivali dell'ovest, Hercules e Zündapp, sino a raggiungere quel primato che la raffinatezza dei suoi vari modelli faceva prevedere.
Proprio per questo motivo, la Simson è giustamente ricordata per la straordinaria bellezza e l'elevatissimo contenuto tecnologico delle sue moto.


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