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1961 – Il biennio 1961/1962 fu un periodo di transizione, durante il quale i tecnici della Simson si dedicarono allo sviluppo del nuovo progetto da 50 cc, abbandonando le ormai vecchie e ingombranti quattro tempi.
A questi piccoli problemi tecnici si sommarono ben più gravosi motivi politici che tennero la DDR lontano dalla Sei Giorni.
Pur disertando questo importante appuntamento, la Simson partecipò ad alcune prove di livello internazionale in Austria ed in Polonia, oltre a tutte le prove casalinghe, nella classe 50, con un modello ulteriormente evoluto e potenziato, il cui esordio in gara fu negativamente condizionato dalla mancanza di una nuova classe di piloti adatta alla guida di queste piccole cilindrate, ma le performance realizzate erano notevoli e fecero subito comprendere che in casa Simson si stava facendo sul serio.
La nuova moto ricalcava lo schema del primo prototipo, migliorato in più punti, anche nel motore.
Sin dagli inizi i motori si presentarono compatti, ampiamente alettati, dotati di cambio a tre rapporti con riduttore, e capaci di esprimere potenze elevate.
Il "riduttore" era costituito da una compatta e robusta scatola, applicata all'altezza del pignone della catena, che senza creare particolare ingombro, permetteva di raddoppiare il numero dei rapporti allineati sull'albero del cambio posto all'interno del motore, anch'esso molto compatto e pulito. Il comando del riduttore era situato sul manubrio, a fianco della leva della frizione, rendendo agevole il suo utilizzo.
Riuscire a coordinare il movimento della mano sinistra con quello del piede sinistro, che azionava la leva del cambio, richiedeva una particolare abilità che si acquisiva solo col tempo, ma consentiva l’inserimento in sequenza di otto marce, anche con la moto in movimento.
I motori dai tipici carter ovali, erano dotati di gruppi termici in alluminio incamiciato, pregiate fusioni in terra, di forma cilindrica con le alette della testa dritte (sino al 1967) e di grandi dimensioni.
Le forcelle anteriori a bracci oscillanti, furono notevolmente irrobustite, la scatola filtro ingrandita, e cambiò l’abbinamento dei colori.
Il telaio fu dipinto di un bel rosso vivo, il serbatoio bianco ed i parafanghi in alluminio e/o acciaio lucidato.
Sempre nel 1962, l’MZ scese in pista con un cinquantino da corsa, frutto del medesimo impegno progettuale.

1963 - Il rapido progresso della nuova moto lo si poté ammirare l’anno successivo quando, alla ISDT di Spindleruv Mlyn (Cecoslovacchia, 2/7 settembre 1963), la Simson si presentò con cinque modelli da 50 cc, affidati a Helmut Amthor, Siegfried Rauhut, Rudi Gilbert, Gottfried Polhan ed Alfred Lichtenberg.
Per l’occasione furono realizzati nuovi gruppi termici, sempre in alluminio fuso in terra, decisamente più larghi rispetto ai primi.
Il motore, montato a sbalzo sul telaio, dalle forme molto compatte, con un alesaggio di 39,5 mm ed una corsa di 40 mm, pari a 49,016 cc, assistito da un carburatore BVF 17M 3-21, era in grado di erogare 6 cv a 8.700 g/m.
Il cambio, inizialmente a tre rapporti (fu portato a quattro marce solo a partire dal 1967), sempre raddoppiati a sei/otto, grazie all’ingegnoso riduttore applicato sul pignone d’uscita, sul lato destro del motore.
Come sui primi esemplari, furono mantenute le ruote da 19, 2,75 davanti e 3,00 dietro.
Dopo due anni di assenza, la DDR ritornò alla Sei Giorni, con un grande dispiego di mezzi, moto completamente rinnovate, ed uno squadrone di 23 piloti in sella alle sue nuove due tempi, che centrano immediatamente l’obiettivo.
Mentre l’MZ colse l’affermazione più significativa, conquistando il Trofeo, le Simson si mostrarono all’altezza della situazione con due medaglie d’oro, assegnate a Siegfried Rauhut e Rudi Gilbert, rispettivamente secondo e terzo della classe 50, alle spalle della Zündapp di Sengfelder.


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