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1966 - A distanza di soli quattro anni dal debutto, le Simson calcavano la scena da protagoniste. In quegli anni, i tedeschi furono gli unici al mondo a possedere un know-how così raffinato; gli unici in grado di poter schierare ai nastri di partenza delle competizioni più dure delle moto da 50 cc; le Simson ammiratissime e invidiatissime, rappresentarono la DDR con grande merito e le garantirono un posto fra le grandi. Le interessanti architetture dei telai, serviti da moderne forcelle telescopiche a grande escursione e spinti da motori potenti e sibilanti, trasformarono le Simson nel “nemico da battere”. I serbatoi tondi degli inizi, furono sostituiti nel corso degli anni da altri più squadrati e moderni, in due versioni: un serbatoio piccolo e leggero con bauletto porta attrezzi esterno in cuoio, uno più grande e capiente con bauletto porta attrezzi in metallo, ricavato al suo interno, e ginocchiere in gomma. Nel 1966, ad esempio, il nuovo serbatoio fu montato solo sui modelli da 75 cc, mentre la piccola 50 conservò il serbatoio tondo, ma la grande novità dell’anno fu il nuovo sistema di protezione globale della catena, con carter in magnesio e condotti in gomma a chiusura ermetica. Alla Sei Giorni, i nuovi serbatoi squadrati furono arricchiti da ginocchiere in gomma. La ciclistica migliorò di anno in anno, anche grazie alla definitiva adozione dei mozzi MZ in magnesio, a raggi dritti, rifiniti con il sofisticato sistema di protezione della catena con carter sigillati. Nel 1966 si sperimentò anche la doppia accensione, con due candele sulla testa, dalla caratteristica conformazione ad alette dritte, e due bobine esterne, posizionate sotto il serbatoio, ma già l’anno successivo si ritornò ad una sola candela, conservando la doppia bobina esterna, alternativa, al fine di aumentare l’affidabilità dell’impianto. Nel 1966 il progetto era ormai maturo e le Simson si presentarono a tutti gli appuntamenti più importanti della stagione. All’Alpenfahrt che si corse dal 12 al 15 maggio, fu mantenuta la tradizione di iscrivere un solo 50, affidato al giovanissimo Ewald Schneidewind, medaglia argento con una sola penalità, malgrado la presenza di un vero e proprio squadrone di KTM, addirittura 7, uno dei quali affidato al “nostro” Arnaldo Farioli, 4 Puch, 2 Hercules e 2 Zündapp. |
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