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1967 – Nel corso degli anni ’60, attorno alla classe 50 si concentrò l’eccellenza mondiale; tutte le case più importanti parteciparono con preziosi prototipi, imponendo un’evoluzione continua.
A differenza delle cugine MZ che negli stessi anni vinsero tutto, proprio grazie ad una resistenza inattaccabile, le Simson si mostrarono più fragili, ma altamente competitive.
La Simson concentrò il suo impegno nelle cilindrate più piccole, 50 e 75 cc, confermando i modelli degli anni precedenti, con il cambio a quattro marce + 4, il telaio tubolare, monotrave con il motore montato a sbalzo.
Nel corso della stagione le moto della DDR si mostrarono in splendida forma e, grazie all’estrema sofisticazione tecnologica, i risultati non tardarono ad arrivare.
La Simson partecipò alla Valli Bergamasche, con sei piloti, Ewald Schneidewind, nella classe 50, e Dieter Salevsky, Manfred Stein, Lothar Schunemann, Rolf Uhlig e Roland Stubenrauch, nella classe 75.
Nella classe 50, su nove piloti partiti, solo due completarono la prova, la Zündapp di Brandl e la Simson di Schneidewind.
Un risultato simile lo ottenne anche Stein, che piazzò la sua Simson 75 al terzo posto di classe.
La Simson partecipò in forze anche alla Sei Giorni di Zakopane (17/22 settembre), nell’ormai collaudato circuito dei Monti Tatra.
Nella classe 50, Ewald Schneidewind concluse la prova a zero penalità, conquistando una splendida medaglia d’oro, ed altrettanto fecero, nella classe 75, Dieter Salevsky Alfred Lichtenberg, Rolf Uhlig, Lothar Schünemann, R. Matschek, Roland Stubenrauch e Manfred Stein.
Schneidewind, Salevsky, Schünemann e Roland Stubenrauch, chiamati a comporre il Team DDR B, si piazzarono al quarto posto nel Vaso d’Argento.

1968 - Nel 1968, alla Sei Giorni di san Pellegrino (BG, dal 30 settembre al 5 ottobre), la Simson si presentò in due classi con due 50 cc, da 7 cv a 9000 g/m, e quattro 75 cc da 9,5 cv a 8900 g/m, con cambio a quattro, più quattro, rapporti, in grado di competere con le grandi case della Germania ovest.
Come già in passato, i cilindri erano in alluminio, fuso in terra e di grandi dimensioni, mentre la testa, che sino al 1967 era dotata di alette dritte, assunse la caratteristica conformazione a ventaglio con barre di rinforzo antivibranti.
La ricerca di una maggior affidabilità indusse i tecnici a non cercare potenze eccessive (nella medesima ISDT la Puch iscrisse un cinquantino da ben 9 cv !), e la prudenza fu buona consigliera.
Questa ennesima versione dei suoi più classici cavalli di battaglia si dimostrò vincente e premiò la Simson, che aveva iscritto complessivamente sette piloti, con quattro medaglie d'oro, Ewald Schneidewind nella 50cc, Manfred Stein, Lothar Schünemann e Dieter Salevsky nella 75 cc, una d'argento Rudolf Jenak e solo due piloti costretti al ritiro Rolf Uhlig e Alfred Lichtenburg.


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