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1955 – Nel 1955 l’evoluzione dell’AWO-Simson 425 da pista, maggiorato a 350 cc e dotato di una nuova testata bialbero, desmodromica comandata a catena, raggiunse la considerevole potenza di 30 cv a 9.200 g/m.
Al di là degli allori sportivi, la nuova moto si dimostrò sin dall’origine valida ed efficiente, tanto da riscuotere un discreto successo in tutti i paesi d’oltre cortina.
Questo modello, del quale furono realizzati complessivamente oltre 300.000 esemplari, fu prodotto sino al 1962, quando fu drasticamente pensionato in seguito alla scelta di utilizzare solo motori a due tempi, sia per le auto che per le moto.
Questo ciclo di rinnovamento totale, iniziò appunto nel 1955, con la messa in commercio del suo primo ciclomotore a due tempi, l’SR1, gettando le basi di una netta trasformazione tecnologica, e con essa, l’intera produzione degli anni a venire.
In quel periodo temporale, le piccole cilindrate rappresentavano l’estrema frontiera della ricerca, un settore completamente nuovo e molto impegnativo.
Erano gli anni delle grandi conquiste e delle grandi rivoluzioni tecnologiche.
Il progetto fu affidato a quanto di meglio si trovava allora nella Germania Est, il “reparto progetti e sviluppo” della MZ, al cui vertice si insediò, a partire dal 1953, l’ingegner Walter Kaaden.
L’equipe formata dagli ingegneri Bang, Meinig, Friedrich e Thierfelder si mise immediatamente al lavoro e, nel ’54, vide la luce il primo esemplare.

L’anno successivo iniziò la produzione in serie del primo ciclomotore della Germania Est l’SR1 (acronimo di Simson-Rheinmetall 1).
Inizialmente, la sede produttiva dei piccoli ciclomotori da 50 cc , non fu allestita a Suhl, ma presso gli impianti di una ditta meccanica di precisione, specializzata nella costruzione di macchine da scrivere con sede a Dusseldorf, la Rheinmetall, con uno dei due stabilimenti (Kassel e Unterlüß) ancora efficiente all’Est.
Quest’ultimo, fu inserito, quindi, nel più ampio progetto di costruzione di motociclette di piccola cilindrata, le più idonee ad essere diffuse, favorendo sviluppo e ricostruzione.
La Rheinmetall si specializzò nella produzione di ciclomotori (Moped) economici e molto funzionali, ed è per questo motivo che sui carter motore dei primi esemplari fu riportata l’effige della nota casa di macchine da scrivere.
Solo di questa prima versione, nei primi due anni di lavoro, ne furono realizzati ben 130.000 esemplari, ed il successo fu tale da spingere i progettisti a mettere in campo altre due nuove versioni, l’SR2 nel ‘57 e, successivamente, l’SR2E.


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