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1966 – Il 1966 fu segnato da due grandi novità.
Venne messa in produzione ed offerta al pubblico una piccola serie di ottime repliche dei modelli GS, nella duplice cilindrata di 50 e 100 cc, col tipico telaio tubolare centrale e motore a sbalzo.
Un’autentica manna per i piloti privati, che in sella a queste moto ben figurarono sino alla fine degli anni ’60.
Sul versante agonistico, i modelli ufficiali adottarono un nuovo telaio a doppia culla in tubi d’acciaio al cromo-molibdeno che consentiva di ridurre il peso sino a 9 kg.
Un telaio talmente moderno e raffinato da anticipare la concorrenza di circa quattro anni.
Il “vecchio” telaio monotrave non venne definitivamente pensionato, restò in uso sino al 1969, ma solo per 50 e 75 cc.
Sicuramente più lunga fu la vita dei nuovi telai a doppia culla, che, costantemente migliorati, restarono in “servizio” al Reparto Corse sino al 1979.

Dal suo esordio sino al 1973, lo scenografico serbatoio rosso e cromato (con o senza le ginocchiere grigie), caratterizzò a tal punto la Zündapp, da divenire l’icona stessa delle GS della Casa di Monaco di Baviera.
L’intera stagione si dimostrò ricca di successi, e la presenza delle Zündapp ai vertici delle classifiche fu pressoché costante.
Quando si presentò all’ormai tradizionale appuntamento della Valli Bergamasche (27/28/29 giugno) la sua piccola 50, un “mostro” da 9 cv a 10.000 g/m, reggeva ampiamente il confronto con le rivali più quotate: Hercules, KTM, Puch e Simson.
Ancora una volta la Zündapp fu protagonista della corsa e la 97cc di Sigfried Gienger lottò fino all’ultimo per il primo posto, terminando la gara al terzo, con una sola penalità che la divideva dalle potenti  MZ 250 dei due vincitori, Peter Uhlig e Werner Salewsky.

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