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1965 – Il progresso è ormai divenuto inarrestabile e le Zündapp migliorano in continuazione.
Particolarmente interessanti le nuove termiche, ancora più grandi, con le alette dei cilindri sfalsate; la differente geometria, riduceva l’inclinazione, diminuiva l’attrito e migliorava il raffreddamento.
Strabilianti le potenze di cui venivano accreditati. Si parla già di 8 cv per il 50 e 14 per il 125, praticamente, una potenza quasi doppia della miglior produzione italiana.
Va ricordato però che il vero, grande segreto della Zündapp, non fu mai costituito da un singolo elemento, ma dell’estrema attenzione con cui tutte le parti meccaniche vennero progettate e realizzate.
Moto complete quindi, ricche di tante doti, estremamente sofisticate, con un’efficienza ed un’affidabilità meccanica quasi perfetta.
A parte gli ammortizzatori posteriori Girling, i comandi Magura ed i fanali Hella, ogni singola componente fu realizzata direttamente in casa, calcolando esattamente la sua più completa funzionalità.

Dopo il grande successo dell’anno precedente, la Zündapp ritornò in forze alla Valli Bergamasche (27/28/29 giugno).
Günter Sengfelder e la sua piccola 50 catalizzarono di nuovo l’attenzione e mancarono di poco il bis, concludendo la corsa al secondo posto assoluto, alle spalle di un’altra grande rivale, l’Hercules 50 di Heinz Brinkmann.
Erano anni in cui molti concorrenti venivano eliminati dalle difficoltà e dalla fatica, ma anche da seri cedimenti strutturali; vedere un “piccolo ciclomotore” uscire indenne da un esame talmente severo e primeggiare su tutte le cilindrate superiori, rappresentava di per sé un primato mondiale.
Il 12° posto di Lorenz Specht (125), il 17° di Sigfried Gienger (100) ed il 21° di Leo Holy (75) coronarono l’ottima prestazione complessiva.
La Sei Giorni inglese dell’Isola di Man (20/25  settembre) si rivelò particolarmente sfortunata ed i concorrenti furono falcidiati dal maltempo, ma anche da un’imprevista disorganizzazione generale.
Su 299 partenti, solo 82 conclusero la prova: su tutti  prevalsero i piloti e le macchine della DDR, ma le quattro medaglie d’oro di Lenher (50), Kamper (75), Gienger (100) e Specht (125) dimostrarono l’alta competitività della macchine di Monaco di  Baviera.

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