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LE FEDERAZIONI NAZIONALI - Non tutte le Federazioni seguono da vicino le varie specialità in cui i loro piloti eccellono: alcune addirittura in prima persona altre per interposta persona.
Risulta evidente che le Federazioni si impegnano più o meno anche i forza alle possibilità economiche di cui dispongono. La Federazione Italiana, una delle più ricche, se non la più ricca, ha alternato periodi di borsa aperta a quelli di borsa chiusa e questo in funzione di politiche più o meno sportive di cui era pervaso in quel determinato momento il Consiglio Federale.
Gli anni 70, i miei, conti al centesimo, gli 80 borsa senza fondo!
Ovviamente questo si rifletteva anche sui risultati sportivi in quanto con più soldi più piloti a disposizione e anche più possibilità di piazzamenti. In quegli anni tutti gli altri ci guardavano con invidia se si pensa che i tedeschi, che sono i tedeschi, facevano pagare ai loro piloti la tassa di iscrizione alla SEI GIORNI!
Nel complesso devo dire che sono soddisfatto del comportamento, in generale, della nostra Federazione: quasi sempre molto disponibile sia sul piano economico sia sul dialogo con le case ed i piloti il che rendeva, alla fine, tutta la spedizione un blocco unico con chiari e comuni intenti.
Sto parlando ovviamente di Enduro perché per il resto, in quegli anni, ci pensava Giacomo Agostini a tenere altissimo il nome d'Italia nel mondo!

LE CASE - Anche qui entrano in gioco, se non sono prevalenti, gli interessi individuali, nel senso di "marchio".
Una Casa costruttrice deve, logicamente, trarre profitto dai risultati delle gare cui partecipa. L'impegno sarà sempre più importante a seconda della risposta che la gara stessa avrà sul pubblico o sui "media" e così più evidente sarà lo sforzo per assicurarsi la prestazione del "campione" sia in fase "amatoriale" sia i quella "professionistica".
Per molti anni solamente per le competizioni che si svolgevano in circuito chiuso le case ingaggiavano i piloti mentre per le altre, il fuoristrada per intenderci, nessun compenso veniva fornito se non l'assistenza più o meno completa durante la gara o prima di essa.
Direi che a partire dalla fine degli anni settanta anche i "fuoristradisti" cominciano a vedere circolare denaro per diventare , in poco tempo, veri professionisti.
A questo punto però c'è il rovescio della medaglia: con un paio di piloti di fama una Casa si mette al coperto e trascura i ragazzini che potrebbero emergere e così, anno dopo anno i nomi dei piloti da podio non cambiano ma anche le gare non cambiano e i risultati, praticamente, si sanno già prima di competere.
Anche questo stato di cose ha determinato la scomparsa del pubblico dalle gare fuoristrada e la netta diminuzione di interesse anche per le competizioni in circuito.
E' di questi giorni l'annuncio della Federazione Internazionale di aver trovato il modo di chiamare la gente attorno alle gare di ENDURO! Sono curioso di vedere, se Dio mi da vita, perché, da quanto ho appreso finora si sta per varare una formula che pecca di gravissimi errori tecnici che renderanno impossibile realizzare una gara.

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