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La presidenza della FMI era rimasta ovviamente abbagliata dai risultati ottenuti negli ultimi tre anni dall’Enduro italiano e ovviamente vedeva nel Responsabile del settore tutti i meriti di questi successi. E’ una spiegazione puerile perché, in realtà, c’era sotto qualcos’altro ma tant’è, cosa posso fare?
Così a Benalmadena (Spagna) lascio la mia sedia augurando buon lavoro al mio successore.
Costui, in verità, non è che amasse l’Enduro come lo pensavo io, Lui era, sotto sotto, un commerciante e, nemmeno un minuto dopo essersi seduto al mio posto, firmerà un contratto con molti zeri con una casa giapponese e salutò tutti e scomparve dietro il suo nuovo ufficio.
Il risultato fu che il Presidente in persona venne a casa mia, in Sardegna, la primavera successiva, ovviamente a tastare il terreno, mi trovò logicamente disponibile, e ad Ottobre, in Portogallo rientrai in Commissione.
Anche la nuova Commissione che comprendeva, come ho detto, Regolarità e Trial, incominciava a mostrare i suoi difetti per le due lingue sportive che si parlavano: sia l’una che l’altra specialità perdevano ore di tempo mentre si trattavano temi che non interessavano o l’uno o l’altro.
Siamo negli anni ottanta e la Regolarità cambia nome diventando ENDURO.
Riparto all’attacco proponendo la riduzione alla punzonatura del solo telaio, la possibilità di ripartire per i ritirati del primo giorno e la creazione di un titolo di Campione del Mondo Junior per i vincitori del Vaso d’Argento riservando ovviamente agli under 21 la partecipazione a quest’ultima classifica.

Al primo tentativo tutto quanto proposto non viene accettato ma io non mi perdo d’animo e riporto alla prossima occasione ogni proposta fatta. E, un po' alla volta, la Commissione comincia a digerire i concetti che vado esponendo.
Le punzonature sono le prime a cedere: rimarranno quelle ai mozzi delle ruote ma per richiesta esplicita delle case che altrimenti sarebbero costrette a cambiare le ruote stesse ad ogni “speciale” per avere pneumatici più adatti di volta in volta.
La moto ritorna così ad esse libera da pastoie, più burocratiche che tecniche perché , come più volte ho detto, era impossibile un controllo efficace.
Per la ripartenza al secondo giorno per i ritirati durante il primo la ragione era ovvia, logica: i punteggi si davano ad ogni giorno perciò chi era più sfortunato perdeva il doppio di punti e non era giusto.
Così decidiamo che il ritirato ha diritto a ripartire il giorno successivo a condizione che porti il suo motociclo a verifica tecnica entro due ore dal suo minuto teorico di arrivo.
Essendo ormai i percorsi tutti disegnati su anelli da ripetersi più volte non era un problema rispettare questo tempo trattandosi di distanze minime.
Mentre si discutevano questi argomenti io lavoravo su tutto il regolamento e preparavo una bozza di modifiche radicali che presenterò, in stesura definitiva, al Congresso dl 1988 a Rio de Janeiro dando un anno di tempo a tutti i colleghi per inviarmi i loro rilievi, proposte, modifiche ecc.

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