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Valli Bergamasche Revival 2003
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Per la cronaca, anche se ne abbiamo già parlato sul numero scorso, il vincitore assoluto della Valli Bergamasche Revival 2003 è stato Alessandro Gritti che ha partecipato con un Puch 175 cc del ’73 indossando la leggendaria maglia delle Fiamme Gialle, con il tempo finale di 12’15.79, dando a tutti, dall’alto dei suoi 56 anni. La solita lezione di guida.
Subito dietro, a meno di 1”, si è piazzato Daniele Fiorenzi del MC Gilera Arcore, su SWM 125, e al terzo posto troviamo Mario Zanetti su KTM 250, ad oltre 8” dal primo.
I vincitori di classe sono stati: Federico Fregnan (Fantic, cl. A), Pietro Caccia (Ancillotti, B), Giuseppe Bartoli (Gilera, C), Daniele Fiorenzi (SWM, D), Giuseppe Signorelli (Morini, E), Alessandro Gritti (Puch, F), Franco Malanchini (Maico, G).
Anche l’ambita classifica a squadre è stata, come sempre, molto combattuta e ha visto la squadra del Vertova al 3° posto, e quella della Norelli, padroni di casa, al secondo.
Ad aggiudicarsi il 12° Trofeo Memorial Gino Reguzzi è stato il terzetto del MC Careter Nembro, composto da Pietro Caccia (Ancillotti, 1° classe B), Claudio Oriboni (KTM, 5° cl. F) e Giuseppe Signorelli (KTM, 2° cl. D).

Tra gli “ospiti/piloti” graditi ci sono stati i plurivittoriosi Heinz Brinkmann, su Hercules vincitore 2 volte, Rolf Witthöft vincitore 5 volte, 12° assoluto, e Peter Vogel, entrambi su Zündapp ufficiali, Ladi Gorgos, Maico, Rolf Klug, su Sachs 250, Jens Müller su Simson e Stefan Reihl su MZ, anch’esse ufficiali.
Ma soprattutto molti italiani tra cui Carlo Rinaldi, Gino Perego, Giuseppe Bartoli, Pierluigi Rottigni, Aldo Marconi, Giuseppe Songia, Roberto Perere, Egildo Fusi e molti altri.
Con il numero 68 è apparso anche il sorridente Giacomo Agostini, assolutamente a proprio agio anche tra le sinuosità del fettucciato erboso.
Una speciale giuria ha anche redatto una classifica analizzando pezzo per pezzo tutte le moto del Parco Chiuso e giudicando come moto più bella, per originalità e rarità della sua classe, l’Hercules K 125 GS del ’69 di Lino Foiadelli, socio del Registro Hercules.

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