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MZ (1946 – 1992)
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Questo decennio di egemonia MZ decretò l’inesorabile declino del motore a quattro tempi;
i gloriosi marchi delle due nazioni caposcuola, Inghilterra e Italia, sparirono definitivamente dai vertici delle classifiche dove era impegnata la casa di Zschopau.
Nel corso degli anni ’60 l’MZ si confrontò con il meglio della produzione mondiale e, nelle sue classi, demolì letteralmente la concorrenza.
Persino la famosa A.J.S. o la celebratissima Greeves Challenger, una sofisticata macchina a due tempi frutto della pregevolissima ingegneria d’oltremanica (un mito già allora), portata in gara dalla blasonatissima squadra inglese, non fu mai in grado di insidiare la sua leadership;
ci provò anche l’agguerrito olandese Fritz Selling, senza ottenere alcun risultato.

La serie pressoché infinita di successi raccolti negli anni ‘60 fu celebrata in una ormai famosa linea di tappi del serbatoio che andò ad impreziosire i modelli degli anni successivi e fu tale da indurre il gruppo dirigente a mettere in produzione, verso la fine del 1969, una piccola serie di repliche del modello da 250 cc.
Poche decine di esemplari destinati ad una elite di fortunati piloti, prevalentemente inglesi, pur se qualche esemplare arrivò anche in Italia.
Praticamente identiche nella parte ciclistica alle sorelle pluri-vittoriose alla 6Giorni, montavano un motore diverso, più simile al nuovo propulsore messo in produzione proprio a partire da quell’anno, facilmente riconoscibile esternamente perché dotato di un basamento più spigoloso e moderno, con una evidente protuberanza sul carter destro, in corrispondenza del volano.

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