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MZ (1946 – 1992)
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Gli inizi furono più che soddisfacenti in pista dove le strapotenti due tempi a disco rotante dettarono legge nelle classi 125 e 250 e, relativamente lenti nelle gare in fuoristrada.
Scorrendo le classifiche della Sei Giorni è facile notare che le vittorie furono appannaggio prevalentemente di Inghilterra e Cecoslovacchia, le uniche due nazioni che potevano contare su un’indiscussa tradizione motoristica e su strutture ancora efficienti, sopravvissute alle devastazioni della guerra.
I primi esemplari iscritti alle competizioni erano dei motocicli di stretta derivazione stradale, ancora con il cambio a tre rapporti e le forcelle a bracci oscillanti, ma già si poteva intravedere la loro rapida trasformazione in sofisticate macchine da corsa.
Dal ’50 al ’60 l’MZ fu principalmente impegnata nella ricostruzione degli impianti e nella pianificazione dei progetti.
Inizialmente il suo impegno si concentrò sulle moto da pista, ma non passarono certo inosservate le medaglie d’oro che Horst Liebe conquistò nelle sue prime apparizioni nelle competizioni internazionali.

Nella ISDT del ’56 di Garmich-Partenkirchen (BDR) Walter Winkler ed Helmut Herrman ottengono la medaglia d’argento; l’anno successivo in Cecoslovacchia, Hans Fischer è medaglia d’oro.
Già alla ISDT cecoslovacca di Spindleruv Mlyn del 1957 le MZ furono determinanti per conquistare il primo Trofeo Internazionale.
Lentamente, ma inesorabilmente si comincia a lavorare su di un progetto semplice e al tempo stesso robusto, che anno dopo anno grazie all’inesauribile inventiva dei suoi progettisti, cresce in potenza e affidabilità.
Lo schema del telaio è quello classico in auge nell’immediato dopoguerra presso la totalità delle industrie motociclistiche tedesche: il monotrave centrale col motore a sbalzo, ma l’insieme contiene molte novità ed interessantissime anticipazioni tecnologiche, come ad esempio l’uso di tubi in acciaio cromo-molibdeno.
Lo sviluppo è molto rapido, come pure la produzione di pezzi stradali procede a gonfie vele con aumenti più che sorprendenti.
In quegli anni i motori MZ erano gli unici due tempi ad aver adottato il sistema di lavaggio Schnurle a “correnti incrociate” mentre tutti gli altri due tempi avevano ancora in uso il pistone col deflettore; la diffusione del motore a due tempi fu dovuta appunto alla liberalizzazione del brevetto Schnurle.

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