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Camerino Revival - Rievocazione Storica 2004
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Mentre osservo l’ultimo ghiaione da superare fuori dal bosco, il mio brigante/angelo custode, Paolo Scaffardi mi consiglia su come affrontarlo, ed io lo ascolto attentamente. È giunto il momento di ripartire, ma mi mancano le forze anche solo per riaccendere la moto che fa un po’ fatica. Impietosito Paolo lo fa per me e zigzagando riesco a superare anche l’ultimo tratto, nonostante un secco incontro ravvicinato della mia faccia con i rami di un albero.
Raggiunta la vetta trovo i Marchal che segnano i numeri degli audaci che hanno superato il Cavatappi ai quali dico che anche se non ho il numero di gara (indosso il pettorale Press) esigo di ricevere il riconoscimento che mi spetta, poi svengo. Nel frattempo, Paolo, che era sceso un’altra volta, risale davanti alla sorpresa dei commissari: è la terza volta che si fa tutto il cavatappi. Beato lui.
Riparto da solo dopo che qualcuno mi ha portato notizie di Lamberto disperso nel bosco (a cercare la capanna della nonna…), ma in buona compagnia, e ho il tempo di godermi lo spettacolo proseguendo lungo lo spartiacque dal quale si godono dei panorami meravigliosi, finché si comincia a scendere, finalmente! I sentieri sono mediamente impegnativi, per me, anche se ai bivi a volte mancano le indicazioni strappate all’alba dai cacciatori.

Brevi tratti di asfalto si alternano a quelli fuoristrada ma ad un certo punto non vedo una freccia e proseguo diritto per un viottolo in mezzo al verde. Poi rallento perché ho l’impressione che la strada stia per finire, e in effetti attraverso un cancello e mi trovo circondato da una muta di cani, rendendomi subito conto che sono solo dei cuccioli latranti. Se non avessero il mantello scuro direi di essere capitato in mezzo alla Carica dei 101. Fortunatamente l’allevatore giunge in mio soccorso e mi dice che devo tornare indietro un km mentre mi libera dai giocherelloni che ormai hanno azzannato tutto, compreso il cavo del freno e i miei guanti. Giro la moto a riparto lasciandomi alle spalle quella banda chiassosa e ritrovando subito la retta via.
Salgo e scendo per le montagne finché non entro in una splendida abetaia, Qua e là lungo il percorso, specialmente agli incroci, trovo gruppetti di partecipanti che si riposano, aspettano gli amici, si dissetano, fanno merenda o riparano le moto. Qualcuno mi chiede notizie dei dispersi che sta aspettando, ma tutti, seppur affaticati, mi sembrano tranquilli e rilassati. Riprendo il sentiero finché sbuco su un tratto asfaltato completamente bloccato da un camion e da un trattore che stanno caricando tronchi d’albero. Fortunatamente l’autista, mi fa segno di passare dietro al camion indicandomi il sentiero che prosegue dall’altro lato della strada. Più tardi ho saputo che diversi piloti, in mancanza di informazioni e dato che il camion nascondeva la ripresa del sentiero e la relativa segnalazione, hanno sbagliato strada, “smarrendosi” tra le montagne.

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