Effettivamente chiamarlo Parco Chiuso è un po sminuente: è uno spettacolo sia perché vi è rappresentato il meglio della produzione mondiale del fuoristrada depoca sia perché abbiamo sistemato le moto sotto il quadriportico di palazzo Ducale (XIII-XV secolo), cornice più che degna per ospitare così tanta storia della motoregolarità, anche se, non ne dubitiamo, qualcuno lavrà trovato scandaloso.
Risolti i problemi pratici e dopo aver indugiato ad ammirare lo spettacolo sotto il porticato mi avvio allalbergo preso il quale cè anche il ristorante scelto per la cena; fatico un po a trovare posto per macchina e carrello per cui mi rimane giusto il tempo di cambiarmi ed è già ora di scendere. Tra amici, conoscenti e alcuni, per ora, sconosciuti incontro Giorgio Mazzilli, Michel Capaldi e Jean Paul Veaudequin, i fratelli Frigerio, Guglielmo Andreini, Willi Steurer, Giuseppe Signorelli, Dino Mercatelli, Jaroslav Falta, Massimo Chierici, Claudio Oriboni, Miklos Benyo, Massimo Mita, Giorgio Battistini, Jens Müller, Giulio Farinola e chi più ne ha più ne metta.

Lottima cena allalbergo del Cacciatore di Muccia viene arricchita dalla distribuzione di diversi riconoscimenti e premi tra cui le classifiche del Concorso di Valutazione: la moto più storica: 1a la Gilera 98 Giubileo mod. ufficiale 1960 di Mario Bergna, 2a Gilera Frigerio 230 Special del 69, proprietario Paolo Bazzani, e 3a la Rokon RT 340 Automatica del 74 del nostro Lamberto Poggi. Per la moto Più Conservata 1a la Morini Corsaro 160 telaio Verlicchi del 70 di Giuseppe Signorelli, 2° Premio: allHercules K 125 GS del 71 di Marcello Grigorov (sic!) e 3a la Maico 400 GS, 1974, di Livio Fioroni. Per finire con la moto Più Restaurata 1a la JAWA 250 tipo 652 GS del 72 di Willi Steurer, 2a la Parilla 250 Regolarità 5V del 66 di Franco Ferretti e 3a la Mazzilli 50 RCS tel. 001 proto, 1971, di Gian Battista Tarditi, il tutto condito da chiacchiere con nuove e vecchie conoscenze.
Come sempre di fronte a cotanta grazia di moto presenti la giuria ha avuto i suoi bei problemi nellesprimere il proprio giudizio. Anche se qualcuno non ne è rimasto soddisfatto non vale la pena di prendersela. È impossibile accontentare tutti e non dimentichiamo che, in quanto esseri umani, non siamo infallibili. Giudizi a parte, presi dal fervore delle discussioni facciamo un po tardi, ma andiamo a letto comunque soddisfatti.
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