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1972 – Sulla produzione di serie, le alette di raffreddamento quadrate furono introdotte solo nel 1972, con l'ultimo modello in listino, prima che la Moto Morini decidesse di puntare tutto sulla sua nuova bicilindrica stradale da 350 cc, anch’essa progettata dal tecnico Franco Lambertini nel 1970.
Della quinta ed ultima versione venne realizzata anche una variante soft, denominata Country, esteticamente molto simile al modello regolarità, ma destinata ad un uso non agonistico.
La somiglianza con il modello da gara ha alimentato una discreta produzione di falsi che non ha sicuramente giovato al mercato.

1981 – La Morini progettata da Franco Lambertini, con il quattro tempi bicilindrico a V, di 72° da 350cc, successivamente portato a 500cc, si dimostrò molto versatile, e pur se in modo non continuativo e diretto, il prestigioso marchio bolognese ritornò nel mondo delle corse, come in occasione della Sei Giorni dell’Isola d'Elba (5/10 ottobre) dove parteciparono tre belle 500 Morini, prepararate dal team Valentini, ed affidate ai piloti Massimiliano Valentini, n.362, Nardo Noè, n.365, e Marco Elmi, n.367.
Il team iscritto come Squadra d’Industria si comportò egregiamente, con Valentini che conquistò il 3° posto di classe e Noè il 12°.
Successivamente il motore bicilindrico equipaggiò anche le Enduro Camel e Canguro, nonché le custom Excalibur 350 e 500
Per concludere parliamo di cifre:
le prime tre serie (telaio Ronzani, 1°, 2° e 3° Tipo) sono contrassegnate dalla lettera E che precede il numero di telaio, composto da cinque cifre; confrontando i vari numeri di telaio si può presumere una produzione di circa 200 esemplari, del 1° Tipo, ed una cifra doppia/tripla per ciascuna delle altre due serie.
Dei cosidetti modelli “testa piatta” 4° Tipo, vennero realizzati sei modelli ufficiali, affidati alla squadra delle Fiamme Gialle che li utilizzò sino alla ISDT dell’Isola di Man, nel 1971, oltre ad altrettanti kit per la trasformazione del 3° Tipo.
L’ultima serie (5° Tipo, telaio Verlicchi) è contrassegnata dalla lettera U che precede il numero di telaio; confrontando i vari numeri di telaio si può presumere una produzione abbastanza modesta, di circa 2/300 esemplari.
La stima è semplicemente induttiva, ma abbastanza realistica.


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