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1949 - La Gilera colse la sua ennesima doppietta, in occasione della 2° edizione della Valli Bergamasche, nel 1949, vinta nuovamente da Bruno Berni, su Gilera 500, primo ex aequo con Massimo Masserini, su Lambretta 125. A parte la netta affermazione sulle strade di Bergamo, l’evento più significativo per la casa di Arcore fu la presentazione al pubblico di un nuovo ed innovativo modello da 125 cc, con cui la Gilera si propose al grande pubblico, puntando concretamente sulla motorizzazione di massa ed alla conseguente crescita del mercato. Dopo tutta una seria di mastodontiche moto di grossa cilindrata, inevitabilmente destinate ad un pubblico ristretto ed elitario, il nuovo modello da 125, più “facile” e più economico, costituì una sorta di inversione di tendenza, al fine di raggiungere la fascia di mercato che vantava la più alta aspettativa di espansione commerciale. La nuova moto, proposta nella duplice versione Turismo e Sport, si fregiava di una linea semplice e molto moderna, grazie al motore di nuova concezione estremamente compatto, monocilindrico a 4 tempi, mm 54x54, pari a cm3 123,7, con un rapporto di compressione di 5,1:1, ed una potenza di 5,5 cv, a 5000 g/m. Testa in lega leggera e cilindro in ghisa, con le valvole in testa parallele, comandate da aste e bilancieri. Carburatore Dell’Orto MA 16, frizione a dischi multipli a secco, cambio in blocco a 3 rapporti con comando a pedale, trasmissione primaria a ingranaggi e, secondaria, a catena. Il telaio a doppia culla aperta, montava, anteriormente, una forcella a parallelogramma in lamiera stampata, e, sul posteriore, un forcellone oscillante con ammortizzatori idraulici. 1950 Con l’edizione del 1947, le competizioni come la ISDT, si spostarono progressivamente dalle strade ai sentieri ed alle mulattiere, inaugurando il glorioso ciclo della “Motoregolarità in Fuoristrada”, successivamente denominato Enduro. |
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