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Nel Campionato Europeo, complice la sfortuna, la SWM non colse le affermazioni che si aspettava.
Dopo una Valli Bergamasche (29/30 maggio) sottotono, con il risultato migliore di Gualtiero Brissoni, 2° nella classe 125, e Maurizio Radici 5° nella classe 100, concluse la stagione con Pietro Gagni 3° nella classe 100, Gualtiero Brissoni 2° nella classe 125, Pierluigi Rottigni 3° nella classe 175, e Sergio Sala 9° nella classe 250cc.
Dopo lo strepitoso successo dell’anno precedente, l’SWM venne nuovamente chiamata a rappresentare l’Italia, alla Sei Giorni austriaca di Zeltweg (20/25 settembre).
Gagni 100cc, Brissoni 125cc, Rottigni 175cc e Laureati 250cc vennero schierati dalla SWM, in sella a delle moto estremamente curate in ogni dettaglio, con un nuovo parafango anteriore più largo ed efficiente.
I piloti lottarono tutti generosamente offrendo il meglio di sé, raggiunsero il podio, ma si dovettero accontetare della terza piazza.
Il bottino finale vide cinque piloti SWM conquistare una medaglia d’oro, Pietro Gagni ed Andrea Marinoni  rispettivamente 6° ed 8° della classe 100, Gualtiero Brissoni e Pierluigi Rottigni rispettivamente 4° e 7° della classe 125, e Pier Luigi Laureati 10° della classe 175.

Malgrado la stagione ’76 non fosse stata avara di successi, in casa SWM l’insoddisfazione nei confronti dei motori Sachs fu tale da indurli a cercare un nuovo fornitore.
La scelta cadde sull’austriaca Rotax, ma non fu casuale, e, per meglio comprenderla dobbiamo fare un piccolo passo indietro.
La Bombardier, un’affermata fabbrica di motoslitte con sede a Valcourt, in Québec - Canada, acquistò nei primi anni 70 la Rotax, fabbrica austriaca di motori, considerandola un’ottimo partner tecnologico.
Joseph-Armand Bombardier, geniale proprietario dell’omonima fabbrica, fu anche l’ideatore delle Can-Am, moto da fuoristrada progettatte principalmente per il mercato americano; affidate a piloti come Bob Fisher, Eric Neilson o Matthews ben figurarono alle varie Sei Giorni, sin dal 1972.
Il segreto del successo di queste moto americane era rappresentato appunto dai motori Rotax a due tempi, che Bombardier commissionò direttamente agli specialisti austriaci, i quali sfornarono immediatamente un prodotto eccellente.
L’ultima generazione Rotax era un concentrato di tecnologia, che, grazie all’aspirazione a disco rotante, il cambio a  sei marce ed i carter in magnesio, si poneva ai vertici della produzione mondiale.
Durante il 1976 i motori Rotax si misero ulteriormente in luce, montati sulle nuove “special” dei fratelli Frigerio, ma sarà nel 1977, proprio per merito delle SWM, che otterranno risultati eccezionali.


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