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1974 – A partire dal 1974 tutti modelli adottarono un forcellone rettangolare di  sezione più stretta, i cerchi in alluminio Akront bollo giallo, le forcelle da 35 mm e gli ammortizzatori a gas (sempre Marzocchi) oltre ad i più performanti comandi Magura, ma nel corso dell’anno vennero introdotte sempre nuove  migliorie, come la marmitta ad espansione bassa che comparve a metà stagione sulle moto ufficiali, in occasione della Valli Bergamasche.
Nella medesima prova, su alcuni esemplari, vennero testati i freni a disco Scarab sulla ruota anteriore.
Nel corso dell’anno, la borsetta porta attrezzi in cuoio fu sostituita da un bauletto incassato nel serbatoio, con sportello metallico
La stagione agonistica ebbe fasi alterne, ma si concluse con una serie di bellissime affermazioni che mantennero altissimo il buon nome della SWM.
Il migliore fu ancora una volta Pierluigi Rottigni che conquistò la classe 125 nei due appuntamenti internazionali più attesi, la Valli Bergamasche (1/2 giugno), bissando l’affermazione sulla Gilera di Gritti e sulla Zündapp di Witthoft, e la Sei Giorni di Camerino (9/14 settembre).
In quest’ultima occasione Rottigni sperimentò con successo una vistosa modifica del telaio, che si allungava nella zona della pipa di sterzo; l’innovazione fu ottenuta piegando in avanti i due tubi della culla, prima di collegarsi al canotto.

Rottigni concluse l’anno al secondo posto nel Campionato Italiano e terzo nel Campionato Europeo.
Sempre nel Campionato Italiano la SWM raggiunse il podio con Maurizio Radici, 3° della classe 50, e A.  Comotti, 3° della classe 100.
Alla Valli Bergamasche, nella classe 50, si misero in luce Andrea Marinoni 3°, Ettore De Ruschi 5°,  Maurizio Radici 9°, e Graziano Pelanconi 10°.
Nella classe 100, Attilio Petrogalli si classificò 8°, ma si riscattò alla Sei Giorni, dove arrivò 2°.
Sempre nella medesima occasione, arrivò un altro bel 2° posto, nella classe 50, con il tedesco Klenk.
La velocità con cui le SWM di serie venivano aggiornate e costantemente migliorate, sulla scorta delle esperienze fatte in gara, rese le sue moto molto apprezzate e richieste da un pubblico sempre più numeroso, ma contemporaneamente trasformò in giacenze di magazzino accessori o componenti invecchiati troppo rapidamente e non più in uso sui modelli di punta.
Tutto questo valido materiale venne riciclato, sino ad esaurimento, per allestire serie minori, che potevano vantare un costo più contenuto, spesso proposte su mercati esteri come la Francia, dove, a partire dal 1975, vennero commercializzate tramite la francese BPS.
Nella trattazione della storia SWM, noi ci occuperemo sempre dei modelli di punta e non ci addentreremo nella classificazione delle serie minori, contrassegnate con la sigle N, ND o similari, che esula dal contesto generale delle competizioni a livello internazionale.


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