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Le tre differenti cilindrate della gamma Zündapp, 50, 100 e 125 cc, condividevano il medesimo basamento, gli ingombri e gli attacchi, e non si dovevano fare modifiche per installare i vari motori, semplicemente intercambiabili, con la ciclistica pressoché identica per tutte le cilindrate.
Sulle nuove Müller con il motore Zündapp, fu aggiornato anche il logo applicato sui due lati del serbatoio: il marchio dei motori Franco Morini fu sostituito con il marchio Zündapp.
Più avanti Müller continuò la serie acquistando i motori direttamente, tramite i canali ufficiali, ma le Müller-Zündapp “invecchiarono” rapidamente e rimasero sempre una moto di nicchia, con poche chance sportive e numeri di produzione sempre molto modesti.
Quando il Müller-Zündapp nacque, nel 1968, aveva come unica rivale l’Hercules 50 cc a 5 marce, con il cilindro in ghisa, “corsa lunga” (38mm x 44mm), montato su di un telaio vecchio, monotrave centrale col motore a sbalzo che, messo a confronto con il gioiellino cremonese, ne usciva sicuramente perdente.
A parità di marce e potenza, il motore Zündapp poteva vantare un bellissimo gruppo termico in alluminio, mentre il telaio Müller era altrettanto solido, ma si fregiava di geometrie modernissime, e molto più performanti.

Solo due anni più tardi, nel 1971, il motore Sachs 50 cc aumentava marce e potenza, passando dalla versione “corsa lunga” alla più cattiva “corsa corta” (40mm x 39mm), a sei marce. Come se non bastasse, quel motore fu adottato da tutta una serie di marchi emergenti, come Ancillotti, Mazzilli, Gori o SWM, tutti dotati di telai modernissimi, capaci di ribaltare completamente il rapporto di forze e far passare le Müller dal primo all’ultimo posto nella scala di valore delle moto da fuoristrada.
Le Müller furono quindi delle autentiche meteore, nel panorama del fuoristrada italiano, e la loro stella brillò solo un paio di stagioni, ma la luce che emanarono fu talmente intensa da lasciare di se un vivido ricordo.
Sul versante agonistico, le Müller ottennero tante buone affermazioni, senza mai cogliere il risultato finale.
Nella 1° prova di Trofeo FMI a Piacenza, Sarti vinse la classe 50, seguito al 3° posto da Bassi, confermando la buona fama delle moto di Robecco d’Oglio.


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