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1967 – Dopo il primo e soddisfacente esordio, il positivo ritmo della produzione spinse Bruno Müller a cercare nuovi spazi e l’azienda si trasferì a Robecco d’Oglio, in provincia di Cremona.
Erano anni in cui era sufficiente costruire poche decine di moto al mese per far quadrare i bilanci e Bruno Müller non si discostò mai da questa linea di condotta.
La Müller non raggiunse mai grandi numeri e la sua produzione fu sempre molto limitata; piccole serie di pezzi non sempre uguali fra loro, inframmezzate da pezzi unici e singoli prototipi, che di volta in volta venivano richiesti dalla clientela, come un 125 da cross con motore Montesa da kart e cambio separato, montato sul telaio di un vecchio Müller-Alpino, opportunamente modificato e irrobustito.
Portato in gara da un giovanissimo, ma già promettente Bruno Birbes, non diede i risultati sperati poiché il preselettore del cambio non era adatto ad un uso così logorante e sfollava con facilità.
Nel frattempo il modello Regolarità Super, fu ulteriormente migliorato, con rifiniture di pregio come il sistema di accensione con due bobine separate, per scongiurare eventuali defaillance dell’impianto elettrico.
Il nuovo canotto di sterzo di sezione più larga, consentì l’utilizzo di motori di cilindrata e potenza superiore a quello dell’originario 50.

I mozzi in alluminio, erano dotati di comodi perni sfilabili; il posteriore, impreziosito da un parastrappi in gomma, era scomponibile. In caso di smontaggio della ruota, il gruppo corona e catena restava nella sua sede, facilitando notevolmente l’operazione.
Anche in questo caso furono confermate le forcelle e gli ammortizzatori Ceriani, nonché, a richiesta, le ruote da 21” ant. e 18” post., che resero questa nuova creazione del tecnico triestino, una delle moto più ambite fra i giovani desiderosi di cimentarsi nel fuoristrada, soprattutto grazie al favorevolissimo rapporto qualità-prezzo.
Il motore Franco Morini, che nel frattempo era stato potenziato, nella versione “Turbo Special”, 4MP/SS/Competizione, aveva un alesaggio di 38,8 mm, ed una corsa 41,8 mm, pari a 49,42 cc.
Accensione a volano magnete 18W – 6V, con bobina A.T. esterna.
Con il carburatore Dell’Orto UB 20 S e l’aspirazione protetta da un filtro Dell’Orto F20, erogava 6 cv a 10.000 g/m, ma non era certo all’altezza di competere con la miglior produzione tedesca.
Tutta la componentistica accessoria era di produzione italiana, ma di buona qualità, come i comandi Tomaselli, cui la Müller restò fedele negli anni.


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