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1969 – L’idea di Bruno Birbes fu la scintilla che diede vita alla seconda generazione di moto sportive, che sfociò in nuovi modelli, ancora più belli e performanti, le Müller, motorizzate Zündapp.
Grazie anche all’esperienza fatta con il 100 Regolarità Super, furono sufficienti poche modifiche per mettere in campo un modello finalmente competitivo ed in grado di concorrere per la vittoria.
In quei tempi, a causa dell’estrema arretratezza del settore commerciale, non era facile reperire sul mercato italiano i motori Zündapp, ma piccole partite di 5 o 6 pezzi, potevano essere acquistate direttamente sul mercato tedesco e viaggiare tranquillamente nel baule di un’automobile, rapidamente e senza gabelle doganali.
Attraverso diversi canali alternativi, più di un appassionato aveva sondato la strada e fu così che anche Müller diede vita ad una prima serie di Müller Zündapp destinate alla clientela privata.
Il motore Zündapp vantava il cilindro in lega leggera, inclinato in avanti con la canna cromata, sormontato da una bella testa a ventaglio, sempre in alluminio.

Il motore, con un alesaggio di 39 mm. ed una corsa di 41,8 mm., raggiungeva la cilindrata di 49,9 centimetri cubici.
La camera di scoppio era a forma di "berretto di fantino", il pistone con il cielo bombato era lavorato a diamante, con scanalature alla sommità del mantello per trattenere un velo d'olio lubrificante.
Sul pistone era presente una sola fascia elastica, ad L, e la biella lavora su cuscinetti a rulli.
Alimentato da un carburatore Bing a vaschetta centrale, con la compressione di 9:1, erogava 6,5 cv a 7.500 giri .
La trasmissione primaria a denti elicoidali era collocata sulla destra, con la frizione a bagno d'olio, costituita da 5 coppie di dischi e 10 molle, il cambio a 5 marce, posizionato sul lato sinistro, con la prima in basso
Sulla sinistra dell'albero motore era fissato il volano magnete Bosch da 6V-18W.
Sui primi esemplari di Müller Zündapp, la scatola filtro era quella in lamiera, di forma cilindrica proposta dalla Zündapp stessa nel kit di vendita del motore, sistemata sotto la sella e collegata al carburatore con il classico tubo in gomma nera sagomata; il telaio non aveva le maniglie laterali e le pedane fisse erano singole, ma le sospensioni erano già le ineguagliabili Ceriani Competizione.
I parafanghi sempre in acciaio inox, l'anteriore basso sulla ruota, guarnito da un attacco, robusto ed al tempo stesso sofisticato.
Pneumatici Metzeler 2,75-21 anteriore e 3,00-18 posteriore.


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