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1975 Forse proprio per non gettare letteralmente dalla finestra un investimento colossale, si tentò il rimedio di cedere gli impianti ad un’azienda di Cafasse, un comune in provincia di Torino, ma si trattò dell’ennesimo pasticcio. L’Elmeca, acronimo di Elettro Meccanica Cafasse, questo era il nome della ditta acquirente, era valida, ma specializzata in un settore differente da quello tipico delle competizioni motoristiche. Telai e motori continuarono ad essere prodotti ad Arcore, mentre l’assemblaggio delle varie componenti e la messa in strada della moto, fu gestita direttamente dalla ditta piemontese, che pur avendo maestranze valide, capaci di montare mezzi affidabili, non aveva il management adeguatamente competente, non possedeva la struttura, gli impianti, l’esperienza e lo specifico retroterra culturale, indispensabile per mantenere il passo con i tempi e sviluppare un progetto così estremo, come solo un reparto corse attivo da oltre 50anni avrebbe potuto fare. La scelta palesemente rinunciataria, ulteriormente limitata alla sola cilindrata di 125 cc, pregiudicò irrimediabilmente ogni possibile chance. Le nuove moto prodotte in serie si presentarono in tutto simili alle ambitissime moto ufficiali di cui abbiamo testé, scritto la storia, ma differivano oltre che per i motori, e le loro singole componenti, per molti, importanti, dettagli, dalle misure dei telai, ai diametri dei loro tubi, sino all’inclinazione della pipa di sterzo. Il risultato migliore della stagione lo colse Claudio Martinelli, in sella ad una moto dell’anno precedente, secondo nella classe 75 cc, alla Valli Bergamasche. 1976 A cavallo tra il 1975 ed il 1976, iniziò quindi, la commercializzazione delle repliche delle plurivittoriose Gilera a due tempi, sotto le insegne dell’Elmeca. |
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