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I primi chilometri, una sorta di tappa di trasferimento che ci ha consentito di guadagnare la campagna, non hanno riservato particolari sorprese, ma poi il percorso si è fatto interessante e, in alcuni punti, abbastanza impegnativo, soprattutto per le moto d’epoca datate che, essendo ancora basse, si son trovate in difficoltà a superare delle pietraie molto insidiose.
Man mano che procediamo ci sgraniamo sul percorso e ognuno di noi continuerà a seguire le varie fasi della gara in base alle singole necessità.
In altri punti il sentiero era molto stretto, compresso fra due lati molto ripidi, uno in salita ed uno in discesa, entrambi impraticabili.
Chi, in quei tratti, ha messo la ruota in fallo non è stato perdonato.
Marcello ha avuto il suo bel da fare a soccorrere un pilota finito diversi metri più in basso, in condizioni più che precarie, incluso recupero del mezzo finito quasi 5 metri in basso nella scarpata.
Quasi alla fine del periglioso recupero con la ruota anteriore ormai sul sentiero dal bosco appare rombado una figura gigantesca: Herbert Scheck e il suo BMW.
Anche lui si trova in difficoltà e recuperare la sua moto in mezzo alla massima pendenza ha occupato Marcello ed altri due malcapitati bloccati dietro per un bel po’.
Eppoi, via di nuovo...

Eccettuati questi piccoli appunti, peraltro connaturati con una rievocazione di questo tipo, già alla fine del primo giro la tensione generale era molto più allentata; tutto procedeva per il meglio e si profilava all’orizzonte un rassicurante successo.
Il sole, la gente e la mancanza di gravi imprevisti lasciavano intuire il buon esito della manifestazione e quando, intorno alle 15,00 del pomeriggio, sono ritornato alla base, tutto era pronto per accogliere i piloti all’arrivo.
Lì mi son perso in un mare di folla per un paio d’ore, frastornato dall’interminabile succedersi di incontri, strette di mano, abbracci e un’infinità di emozioni.



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