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Il legame di profonda e salda amicizia che ci lega alla Norelli è tale per cui siamo sempre disponibili nei reciproci confronti, e la Norelli ha premiato il nostro impegno concedendo a sei di noi, l’onore di collaborare anche nel giorno fatidico della manifestazione, in qualità di Observer, i primi a scendere in pista e a testare il percorso.
Sappiamo bene che potreste sorridere, ma il nostro non era un semplice ruolo di facciata; anche gli apripista rivestono una funzione utile, la loro presenza allenta la tensione e consente di effettuare un’ultima verifica prima del via definitivo.
Una decina di minuti importanti, prima della partenza, che consentono all’intero apparato organizzativo di raggiungere la giusta tensione e sintonia.
A nostra volta, anticipando i concorrenti, attiviamo le varie postazioni, richiamiamo l’attenzione del pubblico e allertiamo tutti i controlli.
Poi, sul percorso, toccherà a noi controllare che tutte le indicazioni siano al posto giusto e che non ci siano posizioni sguarnite, in modo tale che già il primo dei piloti in gara trovi tutto in ordine e non perda minuti preziosi o, peggio, non corra inutili rischi.

Per rendere la nostra presenza più facilmente individuabile e scenografica ci siamo presentati tutti vestiti con la divisa d’ordinanza, la maglia del Registro Hercules, Travo 2007.
Alle nove di domenica mattina, quindi, Roberto Biza e il suo fido K 50 GS del ‘69, Marcello Grigorov, in sella ad un 125 GS, anno 1971, Lino Toso, 103 GS, anno 1964, Titta Tarditi, in sella ad un GS del 68, Giorgio Tomatis, 50 GS, anno 1972, e Claudio Steccanella, 250 GS, anno 1977, si sono presentati all’ingresso del Parco Chiuso e diligentemente si sono schierati nel corridoio di avvio.
Oltre al nostro drappello iniziale, la presenza Hercules è stata rilevante, con uomini e mezzi di primissimo piano, schierati sul nastro di partenza.
Pochi minuti dopo di noi, in un’atmosfera di forte tensione emotiva e fra scroscianti applausi, è partito Lucio Arosio, in sella all’Hercules 50 del padre Walter, la gloriosa numero 1.
A Bergamo domenica brillava un caldo sole, ma non son certo mancati i brividi di emozione e la pioggia di lacrime di commozione.


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