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CMK – Domino (1968 – 1976)
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La storia della CMK e la storia della vita stessa del suo creatore, Otto Kohler, sono legate indissolubilmente e non si può parlare della prima senza ricordare questo leggendario ingegnere tedesco che, nella sua microscopica officina di Rivoltella del Garda (una frazione di Desenzano), progettò motori e costruì motociclette sotto le insegne della CMK - Costruzioni Meccaniche Kohler.
Ho incontrato il grande Otto in differenti occasioni della mia vita; la prima volta negli anni d’oro della sua gloriosa esistenza, avevo 15anni e lui era già un famoso “meccanico”.

Compresi immediatamente il suo valore e per diversi anni non ho mai smesso di frequentarlo, cercando di apprendere il più possibile della sua già enciclopedica esperienza che spaziava dai telai per go-kart ai micromotori per aeromodelli.

Quando la CMK chiuse i battenti ci perdemmo inevitabilmente di vista, ma poco più tardi, circa trent’anni dopo, sono tornato volentieri nella quieta campagna toscana di Taverne d’Arbia a ricordare i bei tempi, ma anche a toccare con mano le sue più recenti realizzazioni.

La CMK ebbe una vita breve, poco meno di 10 anni, ma Otto, uomo poliedrico e dal multiforme ingegno, nelle sue officine sempre caotiche e più simili ad un laboratorio alchemico che ad un’asettica officina meccanica, non ha mai smesso di progettare, progettare, progettare... sino alla sua morte, avvenuta domenica 27 giugno 1998.

Ho già raccontato la sua storia e non ho difficoltà a confermare che la CMK fu l'unica piccola azienda artigiana che seppe raggiungere e superare le raffinatezze tecnologiche della grande industria, condividendo un’ascesa tipica di questa epopea motoristica e che la accomuna, fatte le debite proporzioni, alla Ferrari del mitico Enzo o all’Alpine di Jean Rédélé; a differenza di Ferrari ed Alpine, la CMK non andò mai oltre la dimensione della ditta individuale !!
Questo fatto di per sé eccezionale rende la CMK unica nel suo genere e la colloca indiscutibilmente fra le grandi, ma la “vera“ storia della CMK non è fatta solo di ingranaggi e bulloni:
è anche una meravigliosa storia d’amore durata mezzo secolo e che ancora oggi vive nel cuore e nell’anima della sua meravigliosa compagna, Lea Luci che fu per Otto molto più della sua musa ispiratrice incarnando la tenera e al tempo stesso robusta compagna di una vita dedicata ai motori e ad inseguire i suoi sogni.
Senza la conoscenza di Lea prima, ed il suo incondizionato sostegno poi, la CMK non sarebbe mai esistita ed è giusto quindi ricordare insieme con Otto anche la sua insostituibile compagna.

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