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1958 – Nel 1958, senza un’apparente spiegazione, la Mi-Val annunciò il suo ritiro dalle competizioni di Regolarità, per dedicarsi esclusivamente al cross.
In realtà si trattò di un disimpegno totale e progressivo che portò la Mi-Val ad abbandonare la scena.

1959 – A cavallo fra il 58 ed il 59, infatti, dopo la morte di Minganti e la crisi ciclica del settore delle due ruote, la Mi-Val venne assorbita dalla Beretta, che, producendo armi, era in costante crescita e non ha mai sofferto di contrazioni di mercato.
La Mi-Val fu presente al Motosalone di Milano in veste ufficiale e annunciò l’uscita di nuovi modelli da 250 e 350 cc, che non vennero mai prodotti.
Esaurite le scorte di magazzino, convertì rapidamente la produzione e le macchine utensili sostituirono le moto nella catena di montaggio.
L’intero patrimonio tecnologico non venne immediatamente disperso, ma proseguì per un paio d’anni ancora a Torino, in via Cavoretto, presso l’officina di Giuseppe Carrù.

La Mi-val stipulò infatti un accordo con l’officina torinese, incaricata di costruire e assistere tre moto da cross.
Si trattava di una moto mastodontica, che poteva contare su di una motorizzazione esclusiva a quattro tempi, da 250 e 500 cc, realizzata su disegni della stessa Mi-Val, così come risultava chiaramente impresso sui carter motore.
La moto era dotata di un bel telaio a doppia culla, inedito rispetto alla produzione precedente e realizzato direttamente da Carrù, ma molti accessori, come i mozzi a tamburo laterale, le forcelle e gli ammortizzatori, almeno inizialmente e non in modo tassativo, furono ancora quelli di casa Mi-Val; trattandosi di moto da competizione non è da escludere che le varie componenti mutassero anche di gara in gara.
Queste moto da cross sono ricordate come le “Mi-Val Carrù” e vennero portate in gara da grandi piloti come Emilio Ostorero, Antonio Moretti e Cesare Bricarelli.


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