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Malagrado la partecipazione di squadre ufficiali fosse molto elevata, con più di 15 differenti e prestigiosi marchi scesi in lizza per conquistare il Trofeo, la Mi-Val primeggiò nelle prime due prove, e si presentò disputare la terza prova in casa, il Trofeo Bertoli, che si corse a Brescia il 23 ed il 24 maggio, con numerosi equipaggi.
425 km il primo giorno e 438 km il secondo, disseminati di tali e tante difficoltà che solo pochissimi piloti furono in grado di raggiungere il traguardo.
Sui già ultra selezionati 46 partenti, solo 15 si presentarono all’arrivo, il fior fiore del motociclismo italiano, con le Mi-Val che conquistarono la prima piazza individuale ed a Squadre.
L’ultima prova si corse a Bergamo, la sesta edizione della Valli Bergamasche (9 agosto) e malgrado le sfuggì la vittoria, gli ottimi piazzamenti di Ennio Longinotti 4°, Sergio Cremaschini 11°, Ennio Mafezzoli 16°, Franco Dall’Ara 17°, Giorgio Guerini 21°, Carlo Moruzzi 23° e Luigi Gualdi 27°, garantirono alla Mi-Val 125 la prima piazza nella classifica finale del Trofeo Italiano di Regolarità, per Squadre d’Industria.

Dopo la conquista del Campionato Italiano, nella striscia centrale bianca del casco verde che contraddistingueva tutti i piloti della scuderia, venne inserito il tricolore.
Per circostanziare meglio gli anni epici di cui stiamo parlando, è importante ricordare che allora esitevano solo ed eclusivamente modelli stradali, che ciascuna casa modificava al fine di aumentare la competitività nella nuova disciplina emergente, la regolarità.
La durezza leggendaria di queste gare, che sin dall’inizio tracciarono percorsi fatti di difficili mulattiere ed impervi sentieri, fece si che il numero dei partecipanti fosse sempre estremamente ridotto.
Alla pari delle moderne corse nel deserto, nessun pilota privato era in grado di partecipare in solitario; solo una ristrettissima elite di centauri era ingrado di affrontare simili ostacoli ed anche le loro moto mutarono rapidamente rispetto ai modelli di serie, sino ad assumere i connotati unici della moto da corsa.
Fu in questi anni infatti che nacquero le prime moto da competizione in fuoristrada, solo raramente trasformate dai piloti; nella maggior parte dei casi si trattava di modelli “ufficiali”, preparati direttamente dalle varie case impegnate nelle prove di Campionato.


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