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1955 - Dopo la nettissima affermazione del 54, la Mi-Val riprese la stagione con rinnovato entusiasmo e una formidabile squadra di piloti.
Fra le tante vittorie conseguite nel corso dell’anno, quella di Franco Dall’Ara alla 8° edizione della Valli Bergamasche (27/28/29 giugno) fu sicuramente la più prestigiosa, anche se condivisa ex aequo con altri tre piloti: Dario Basso (Rumi 125), Dietrichs Serafini e Franco Saini (entrambi su Gilera 175).
I buoni piazzamenti di Sergio Cremaschini 12° e Giorgio Guerrini 17°, confermarono il buon periodo di forma della MI-Val.
Nessun equipaggio italiano ottenne, invece, alcun piazzamento alla Sei Giorni cecoslovacca di Gottwaldov (13/18 settembre) a causa del ritiro di tutti i piloti italiani la sera del primo giorno, in segno di lutto per la morte di Dietrichs Serafini.

1956 – Il biennio 56 e 57 coincise con le due ultime stagioni della Mi-Val, gli anni più ricchi e fecondi, coronati da un formidabile palmares, che la vide sempre in testa alle classifiche.
La 9° edizione della Valli Bergamasche (29/30 giugno -1 luglio) si concluse addirittura in modo trionfale con le tre Mi-Val 125 di Franco e Luciano Dall'Ara e Gian Pietro Martinelli, primi ex aequo a 0 penalità.
Un infortunio a Costanzo Daminelli, rallentò la squadra (Franco Dall’Ara, Martinelli, Daminelli) che arrivò seconda nella classifica dedicata.
Anche la 3° edizione del Campionato Italiano di Regolarità si concluse in modo estremamente positivo con la vittoria di Franco Dall’Ara e della Mi-Val, al suo secondo successo assoluto.
La superiorità delle moto bresciane fu confermata anche dal primo posto nella classifica per Squadre d’Industria, Mi-Val squadra A, Cremaschini, Franco e Luciano Dall’Ara, Martinelli.
La Sei Giorni tedesca di Garmisch-Partenkirchen (17-22 settembre) si rivelò altrettanto ricca di soddisfazioni con le due medaglie d’oro di Luciano Dall'Ara e Costanzo Daminelli, e le due medagli e d’argento di Franco Dall'Ara e Gian Pietro Martinelli.
Le grandi soddisfazioni raccolte stimolarono ulteriomente i tecnici bresciani che, nella produzione di serie, affiancarono agli ottimi e collaudati due tempi, nuovi modelli a 4 tempi e 4 marce, nelle cilindrate di 125, 175 e 200 cc.
Molte case italiane passarono dal due tempi al quattro tempi a cavallo degli anni 50 e 60, principalmente condizionate da questioni economiche e logistiche.
Il quattro tempi, infatti, poteva approvvigionarsi di carburante con più facilità e minor costo, non dovendo ricorrere a copiose aggiunte di olio, che a quei tempi potevano arrivare anche al 10%.


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