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Officina Meccanica Guazzoni (1966 – 1975)
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Le marmitte in uso sino al 1973 erano semplicemente delle “scatole” di nessun pregio, capaci di ridurre contemporaneamente sia le emissioni acustiche che la potenza dei motori.
Ciononostante la produzione diede sicuramente un rientro economico e continuò, su piccola scala, per diversi anni, senza mai prendere il volo.

Questa è la scheda tecnica del 50 del 1971:
alesaggio e corsa mm: 41 x 37,5
cilindrata cc: 49,5
rapporto di compressione: 12:1
carburatore: Dellorto MB18A con filtro Dellorto F20
cambio: a sei rapporti, con comando sul lato destro
frizione: multidisco in bagno d’olio
trasmissione primaria e secondaria: a catena

A questo modello da 50 cc si affiancarono, successivamente, le versioni 100 e 125 cc (anch’esse a disco rotante) per le quali la casa dichiarava una potenza di 13 cv a 8500 giri per il 100 cc, equipaggiato con un carburatore Dellorto da 22 mm, e 15 cv a 8000 giri per il 125 cc, equipaggiato con un carburatore Dellorto da 24 mm. Il cilindro è sempre in ghisa, a cinque travasi.

Nel tempo si susseguirono diversi modelli, con piccole modifiche alla marmitta, alla sella e all’estetica in generale, ma non venne mai risolto il problema di fondo: un motore che era ottimo in pista, ma, ahimè, inadatto al fuoristrada.
Se a metà degli anni ’60 la Guazzoni poteva contare su tecnologie d’avanguardia, tali da alimentare più di una speranza di successo, col tempo anche queste tecnologie vennero superate e la moto perse, anno dopo anno, tutte le sue chance.
Il 50 cc, nella versione "Special", a partire dal 1971, è dotato di serie del cambio a sei rapporti, telaio a doppia culla rinforzata, ammortizzatori anteriori e posteriori Ceriani.
Nel 1973 viene presentata una nuova versione dei modelli da 100 (16 cv a 8.500 giri) e 125 cc (19 cv a 8.200 giri), denominata RM.
La cassetta porta attrezzi, sino allora ubicata sotto la sella e di stretta derivazione ciclistica venne alloggiata nel serbatoio come si conveniva alle migliori moto di quei tempi, ma non fu certo sufficiente una modifica così marginale a migliorare la sostanza delle cose.
Il risultato lo si vede alla Valli dove i due equipaggi iscritti spariscono immediatamente dalla classifica dopo la partenza del primo giorno.
Altri modelli successivi furono guarniti con parafanghi, fiancatine e serbatoio in vetroresina, secondo la moda spagnoleggiante di quei tempi, ma la moto rimase più o meno sempre la stessa.
Un ulteriore modello del 125 GS presentato nel ’74 è dotato finalmente di una marmitta ad espansione (con l’uscita dal cilindro anteriore) e look moderno, ma la chiusura era ormai dietro l’angolo.

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