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Officina Meccanica Guazzoni (1966 – 1975)
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Alcune stranezze che balzavano immediatamente all’occhio davano l’idea di quanto fosse superficiale il progetto: la moto era dotata di una sola tabella portanumero, posta in una posizione che la rendeva assolutamente inutile allo scopo, ma sufficiente a tamponare il difetto di un parafango posteriore troppo corto. Il serbatoio aveva il tappo posto vicino alla sella, creando un inutile disagio al pilota a fronte di nessun vantaggio.
Nel tentativo di migliorare l’affidabilità seriamente compromessa da tante piccole avarie, la Guazzoni fa un passo indietro e, alla Valli del 1966, si presenta con un 100 cc dalla testa convenzionale ad alette dritte e cambio a 4 rapporti (meno efficiente ma sicuramente più robusto di quello a sei rapporti); questa ennesima versione era dotata di una possibile soluzione del problema causato dal carburatore eccessivamente sporgente: un semplice raccordo che girando attorno al motore era capace di rimettere le cose a posto; la modifica si rilevò un insuccesso e fu abbandonata immediatamente.
La strada era quella giusta, la stessa che percorsero un po' tutti coloro che si cimentarono nel delicato settore del Disco Rotante, dalla Simson alla Gilera, ma fu realizzata, come sempre, con materiali e tecniche adatti alle corse in pista e non alle violente sollecitazioni tipiche dello sport in fuoristrada.

Il prezzo di vendita era molto alto rispetto alla media delle moto in circolazione e questo fatto rallentò sensibilmente la sua commercializzazione.
Questa sua rarità di fondo permise a pochissimi piloti di provarla veramente ed alimentò il mito di una moto particolarmente potente, ma fu solo una leggenda metropolitana rigorosamente sfatata dai fatti.
Bisogna aspettare sino al 1967 per vedere un prodotto finalmente soddisfacente:
l’ennesima versione special, questa volta definita Special-Casa, terminologia molto in voga a quei tempi che identificava il prodotto migliore, la massima espressione tecnologica di ogni singola casa costruttrice) ed equipaggiata con un telaio più robusto e più adatto alla guida in fuoristrada, con una protezione tubolare del carburatore che lasciava almeno intuire la volontà di realizzare una moto valida ed efficiente.
Ottime Ceriani al top della gamma (anteriori da 33 mm e posteriori con il precarico della molla regolabile), ruote purtroppo non ancora all’altezza della situazione (18” post. e 19” ant.) ma un insieme un pochino più consono alla guida in fuoristrada.
Erano anni in cui la motoregolarità rappresentava un possibile e consistente sbocco commerciale e il mercato era florido, avido di novità.
Per la pubblicità della versione Special la Guazzoni si affidò niente po po di meno che all'allora giovanissimo Arnaldo Farioli e sembrò, per un momento, che dovesse essere anche il suo pilota ufficiale.

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